Finanziare indagato per accessi abusivi a banca dati antimafia: nomi eccellenti tra i “controllati”. Un’inchiesta della Procura di Perugia scuote il panorama politico italiano.
Al centro del caso c’è il finanziere Pasquale Striano, in servizio alla Procura nazionale antimafia, che avrebbe effettuato circa 800 accessi abusivi alla banca dati delle Segnalazioni di operazioni sospette (Sos).
Tra i nomi di cui Striano avrebbe consultato le informazioni figurano esponenti del governo come Guido Crosetto, Francesco Lollobrigida, Marina Elvira Calderone, Gilberto Pichetto Fratin e Adolfo Urso e i sottosegretari Andrea Delmastro e Giovanbattista Fazzolari.
Ma anche Marta Fascina, parlamentare di FI e ultima compagna di Silvio Berlusconi, e Olivia Paladino, compagna di Giuseppe Conte.
Anche Matteo Renzi compare tra gli oggetti delle ricerche, così come Marco Carrai. Digitati pure i nomi di persone estranee al mondo della politica, come Fedez o, nel 2021, l’allora presidente della Juventus Andrea Agnelli, l’allenatore Massimiliano Allegri e il calciatore Cristiano Ronaldo, e ancora Francesco Totti oltre al presidente della Figc, Gabriele Gravina.
L’inchiesta è partita da una denuncia del ministro della Difesa Guido Crosetto. Altri nomi che compaiono negli accessi sono quelli dell’ex parlamentare (oggi in carcere) Denis Verdini, dell’ex presidente della Camera Irene Pivetti, dell’avvocato Piero Amara,
dell’imprenditore-editore Francesco Gaetano Caltagirone.Al momento non ci sono prove che siano stati realizzati dossier su queste personalità o che le informazioni siano state utilizzate a scopi illeciti.
Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, ha chiesto un’ispezione profonda sulla Procura antimafia.
I magistrati perugini, guidati da Raffaele Cantone, non escludono che ci siano stati accessi abusivi al sistema informatico, ma non ipotizzano un’attività di dossieraggio vera e propria.
L’indagine coinvolge anche una quindicina di giornalisti, che hanno ricevuto la solidarietà dell’Usigrai.Non è chiaro perché Striano abbia effettuato le ricerche, né se abbia ricevuto denaro per fornire le informazioni.
Il suo difensore ha affermato che il finanziere “si è sempre mosso nell’alveo delle regole e seguendo le direttive che gli arrivavano”.
Gasparri ha chiesto un’ispezione sulla Procura antimafia, definendola “un organo di estrema garanzia su un fronte delicato per la sicurezza dello Stato”.Il senatore ha affermato che la vicenda “getta un’ombra su questa fondamentale istituzione”.
La Procura nazionale antimafia è stata recentemente al centro di polemiche per la candidatura di alcuni suoi ex magistrati alle elezioni politiche.
L’inchiesta di Perugia aggiunge un nuovo capitolo a questa vicenda e apre interrogativi sulla sicurezza dei dati sensibili e sul controllo dell’operato della magistratura.Le indagini sono in corso e dovranno chiarire i contorni della vicenda e le eventuali responsabilità.
L’Esecutivo Usigrai esprime solidarietà e vicinanza ai colleghi del quotidiano il Domani, Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine, finiti sotto inchiesta a Perugia per aver svolto il loro lavoro di giornalisti di inchiesta.
Nonostante non siano accusati di aver diffuso notizie false o diffamatorie, ma solo di aver condotto indagini giornalistiche basate su documenti autentici provenienti da fonti giudiziarie, rischiano fino a 5 anni di carcere.
Questo attacco alla libertà di stampa è preoccupante in un paese occidentale, soprattutto considerando che l’inchiesta è stata avviata a seguito di una denuncia del ministro della difesa Crosetto.
L’Usigrai sostiene la Fnsi in qualsiasi azione intraprenderà per difendere i colleghi e il diritto costituzionale dei cittadini ad essere informati, un diritto sempre più minacciato in Italia.
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