Si parla molto delle normative penitenziarie europee che tutti i paesi devono rispettare. Onestamente, l’Italia dovrebbe fare lo stesso. Potrei elencare un numero infinito di violazioni di queste regole europee relativamente alla detenzione, ma mi trovo in regime di 41 bis e a nessuno sembra importare.
Un detenuto incarcerato con il restringente regime 41bis lamenta nella missiva inviata a Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva, la sua impossibilità di iscriversi all’associazione Nessuno tocchi Caino, nonché l’impedimento a visualizzare alcuni canali televisivi nazionali e ad ascoltare Radio Radicale. Il detenuto denuncia inoltre che, durante le perquisizioni nella sua cella, gli viene imposta l’assenza.
Si sorge dunque dubbi sulle ragioni di sicurezza che possono giustificare l’impedimento di iscrizione a un’organizzazione come Nessuno tocchi Caino. L’associazione si batte contro la pena di morte nel mondo, per prevenire la pena “fino alla morte” imposta ai carcerati irriducibili e per i diritti dei prigionieri, il tutto sotto il principio della più rigorosa nonviolenza pannelliana, dello stato di diritto e dei principi democratici.
Si sono affrontate inoltre delle domande sulle ragioni preventive che possono giustificare il divieto di ascoltare Radio Radicale, che riceve contributi statali per il “servizio pubblico” svolto da cinquant’anni con la trasmissione dei lavori parlamentari, delle riunioni del CSM, della Corte costituzionale e di eventi pubblici di partiti e associazioni di ogni orientamento politico.
Roberto Giachetti metterà queste e altre questioni al Ministro Nordio, sollecitando il rispetto per i sacrosanti principi costituzionali e convenzionali europei. Questi ideali non possono essere sacrificati in nome della ragion di Stato, ignorando lo stato di diritto.
L’Onorevole Roberto Giachetti potrà forse rammentare il prigioniero C. V. L’uomo, attualmente in stato di detenzione secondo il sistema 41 bis e con una pena senza fine, è in carcere dal 2003 e al 41 bis dal 2006. Egli ha avuto l’opportunità di conoscere il deputato durante una visita pregressa.
Il detenuto ha tentato di tesserarsi all’Associazione Nessuno tocchi Caino, per sostenere coloro che si battono per i diritti dei prigionieri, ma gli è stato risposto che ciò non è previsto dalle norme attuali. Quindi, non gli è concesso di partecipare attivamente.
Contrariamente a quanto asserito dal DAP e dalla direzione, non esiste nessuna norma che impedisca tale associazione. Mentre l’articolo 18 della Costituzione Italiana consente a tutti di associarsi liberamente, l’articolo 11 della Legge 4 agosto 1955 n.848 di ratifica della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo afferma il diritto di ogni individuo alla libertà di associazione.
Inoltre, mette in discussione altre limitazioni che vanno oltre le regole penitenziarie europee dell’11 gennaio 2006. Per esempio, l’art. 24 punto 10 prevede che le restrizioni a giornali, trasmissioni radio o tv possono essere imposte solo da un’autorità giudiziaria. Ma lui ha limiti sui canali tv nazionali e sulle radio nazionali.
L’ultima questione riguarda l’art. 54, punto 8, che afferma che il prigioniero deve essere presente quando i suoi effetti personali vengono perquisiti. Ma a lui viene impedito di assistere a tale perquisizione, a meno che non ci siano motivi di sicurezza in gioco.
A questo bisogna aggiungere l’attenzione rispetto al rispetto delle regole penitenziarie europee, che non solo gli altri paesi dovrebbero rispettare, ma anche l’Italia. In conclusione, l’autore della lettera spera che l’onorevole Giachetti possa intervenire a suo favore.
L’autore del messaggio- come riporta l’Unità on line- si rivolge al deputato di Italia Viva con la speranza di ottenere qualche aiuto, in particolare rispetto al tesseramento all’associazione, la presenza alla perquisizione in cella e l’ascolto di Radio Radicale e altre radio nazionali. Inoltre, esprime gratitudine per l’impegno di Giachetti nel difendere i diritti dei detenuti.
*Ergastolano, detenuto al 41bis
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