L’inchiesta sull’eredità Agnelli, che è stata avviata dopo una denuncia di Margherita Agnelli e che ora coinvolge anche Ginevra e Lapo Elkann, sta indagando su 700 milioni di euro che sono stati dichiarati al fisco nell’ottobre 2023.
La procura di Torino sta ora cercando di capire se ci possa essere stata una truffa ai danni dello Stato. Giovedì, i nomi di Lapo e Ginevra Elkann sono stati aggiunti a quello del fratello John Elkann, il presidente di Stellantis e CEO di Exor, nell’elenco degli indagati.
Gli inquirenti avevano già preso di mira il commercialista della famiglia, Gianluca Ferrero, e l’esecutore testamentario di Marella Caracciolo, Urs von Grunigen.
Le possibili truffe sono emerse quando la Guardia di Finanza ha individuato la somma durante un’indagine anti-riciclaggio. John Elkann aveva presentato i guadagni, nella forma di ‘dichiarazioni integrative’ per gli anni fiscali 2019-2021, come redditi maturati all’estero.
Attualmente, la procura sospetta che il denaro provenga dal patrimonio di Marella Caracciolo, nonna di John, Lapo e Ginevra Elkann, e che la tassa di successione in Italia non sia stata pagata per questi fondi. La quantità esatta che potrebbe essere stata elusa non è ancora stata determinata.
La situazione legale intricata risale al 2004 quando, un anno dopo la morte del padre Gianni Agnelli, Margherita stipulò un accordo con sua madre, Marella.
L’accordo prevedeva che Margherita rinunciasse alle sue partecipazioni nelle società di famiglia in cambio di beni del valore di 1,275 miliardi di euro.
Tuttavia, in seguito ha contestato la validità di questo accordo, sostenendo che non era a conoscenza dell’intero patrimonio del padre. Ha quindi cercato di portare il caso davanti ai tribunali, senza successo.
Ora, a Torino, hanno aperto due nuovi casi legali. Prima di tutto, c’è un processo civile in cui fa causa ai suoi figli John, Ginevra e Lapo Elkann, che hanno ereditato il patrimonio di Marella.
Vuole invalidare il testamento di sua madre. Inoltre, ha presentato una denuncia presso la procura, che ha portato a un avviso di garanzia per John Elkann per una presunta dichiarazione dei redditi ‘infedele’.
L’argomento alla base di questo è che Marella Agnelli, nonostante fosse residente fiscale in Svizzera, ha passato più di 183 giorni in Italia nel 2018, il che avrebbe dovuto renderla ‘residente’ ai fini fiscali, e quindi tenuta a pagare le tasse su tutti i suoi beni.
L’inchiesta e il tribunale del Riesame hanno consentito alla procura di conservare i documenti relativi all’eredità di Marella Caracciolo, che sono stati sequestrati l’8 febbraio. Tra questi documenti c’è una busta dedicata a Chalet Icy, il luogo in Svizzera dove Marella aveva dichiarato di aver stabilito la sua residenza fiscale.
Telefoni, server e altri dispositivi sono ancora sotto sequestro. Sabato scorso, i giudici del Tribunale del Riesame hanno deciso di restituire questi dispositivi agli indagati, ma le indagini hanno rinnovato il sequestro. Attualmente, si sta aspettando la nomina di un consulente per condurre un’indagine tecnica.
Fino a ieri sera, l’avviso di garanzia emanato dalla Procura di Torino non era stato formalmente notificato a Lapo Elkann, in connessione con l’inchiesta sull’eredità di Gianni Agnelli, perché si trova in Portogallo. Una situazione simile si è verificata alcune settimane fa con Urs Von Gruenigen, il quinto indagato nella causa.
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