Un terremoto nel mondo camorristico: il boss dei Casalesi, Francesco Schiavone “Sandokan”, dopo 26 anni dal suo arresto, ha deciso di collaborare con la giustizia.
La notizia, riportata da Cronache di Caserta, ha sconvolto la comunità casalese e rappresenta una svolta epocale nella lotta contro la camorra.
Un regno di terrore che si sgretola. Sandokan, 71 anni, era considerato l’uomo che ha spodestato Antonio Bardellino, altro noto capoclan. Arrestato nel 1998 e condannato all’ergastolo per diversi omicidi, si trovava al carcere duro.
Ora, la sua decisione di pentirsi potrebbe svelare segreti del clan rimasti nascosti per quasi 30 anni. Di recente, anche perché malato, è stato trasferito nel carcere de L’Aquila.
I figli che hanno preceduto il padre
la scelta di Sandokan segue quella dei suoi figli Nicola e Walter, che già collaborano con la giustizia dal 2018 e 2021 rispettivamente. Un duro colpo per il clan, che si ritrova senza il suo capo storico e con la sua leadership frammentata.
La collaborazione di Sandokan è ancora agli inizi e solo il tempo dirà se si tratta di un pentimento sincero o di una strategia di comodo. Le forze dell’ordine hanno comunque offerto un programma di protezione ai familiari del boss, segno che la sua decisione potrebbe portare a rivelazioni importanti.
Un futuro incerto per il clan dei Casalesi
con la caduta di Sandokan, l’impero del terrore del clan dei Casalesi sembra sgretolarsi. Resta da vedere se ci sarà una rinascita criminale del gruppo e chi, tra gli altri figli di Sandokan, Carmine, Emanuele e Ivanhoe, assumerà il controllo.
La collaborazione di Sandokan rappresenta una vittoria per lo Stato e un passo avanti nella lotta contro la camorra. Le sue rivelazioni potrebbero portare all’arresto di altri affiliati e alla confisca di beni illeciti, contribuendo a indebolire il clan e a liberare il territorio dal suo giogo oppressivo.
Articolo pubblicato il giorno 29 Marzo 2024 - 07:52