La 23enne italo-inglese con cui Alessandro Impagnatiello aveva una relazione parallela ha testimoniato nel processo a carico dell’uomo accusato di aver ucciso la fidanzata incinta Giulia Tramontano.
In lacrime, la ragazza ha spiegato al pm di aver deciso di abortire perché non stava bene e che, per questo, ancora ci soffre. “Ho deciso io di abortire, perché non stavo bene, e io per questo, comunque, ci soffro ancora”.
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Durante la deposizione della giovane, l’aggiunto di Milano Letizia Mannella e il procuratore Alessia Menegazzo hanno presentato e letto alcune chat tra la ragazza di 23 anni e Giulia, hanno riprodotto registrazioni vocali scambiate tra le due e proiettato un video che mostrava Impagnatiello e la giovane italo-inglese.
In alcuni momenti sensibili, la testimonial ha chiesto di lasciare la sala, ma nella seconda fase della testimonianza ha accettato la rimozione dello schermo di protezione, mentre l’ex barista continuava a rimanere con la testa abbassata nel box degli imputati.
em>“Pur di venire al tuo compleanno, mi ha fatto ricevere i mobili per la cameretta del bambino da sola. C’era una libreria lì, io non riuscivo a spostarli. Mi ha detto che andava a una grigliata. Ma che pezzo di m….”.
E’ un messaggio vocale di Giulia Tramontano inviato il giorno in cui è stata uccisa, alla ragazza con cui Alessandro Impagnatiello aveva una relazione parallela. L’audio è stato fatto sentire in aula.
La 23enne ha conosciuto Impagnatiello nel giugno 2022 e la loro relazione è iniziata a settembre.Il giorno dell’omicidio, Impagnatiello, dopo aver ucciso Giulia, ha tentato di entrare anche in casa della 23enne, che non gli ha aperto e gli ha parlato dalla finestra.
La ragazza aveva paura di lui ed era preoccupata per Giulia. Dalle indagini è emerso che il 30enne avrebbe potuto anche uccidere l’altra ragazza quella sera. Ragazza che, come lei stessa ha raccontato, aveva raccolto “le prove dei suoi inganni”.
La testimone ha inviato un messaggio a Giulia, dicendole di salvarsi e che voleva salvare lei e il suo bambino.”Ti prego salvati appena puoi. Ora voglio e devo salvare te e il tuo bimbo”. Erano le 14.30 del 27 maggio.
Le due ragazze si sono incontrate il 27 maggio per confrontarsi sulle rispettive relazioni con Impagnatiello. Entrambe avevano scoperto le sue bugie.
Dalle 20.30 del 27 maggio, non era più Giulia a rispondere ai messaggi della 23enne, ma Impagnatiello che utilizzava il telefono della fidanzata. “Non era più Giulia a rispondermi in quei messaggi, erano messaggi freddissimi”.Quella sera, poi, lui “mi ha risposto alla terza chiamata” e le ha raccontato che Giulia non era in casa ma “da un’amica”.
L’ennesima bugia. “Giulia dopo l’incontro di quel pomeriggio – ha spiegato ancora la 23enne – mi disse che gli avrebbe parlato, mentre parlavamo io e lei mi ricordo che lei mi raccontava di Impagnatiello, di come era a casa e che lui voleva avere il potere in casa, che quello che diceva lui si doveva fare, lei non era felice, aveva passato mesi da infelice”.
La difesa di Impagnatiello sta valutando di chiedere alla Corte una perizia psichiatrica. L’uomo è molto provato e ha delle restrizioni particolari in carcere per il suo stato psicologico.
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