Arzano. Immobili confiscati alla camorra: dopo il blitz della DIA l’amministrazione corre ai ripari e in fretta e furia affida i beni. Scatta la denuncia del consigliere comunale Salvatore Borreale.
E per essere credibile agli occhi della Procura di Napoli – retta dall’intransigente procuratore Nicola Gratteri -, lo fa in pompa magna invitando anche i “garanti” del centro destra. Insomma aspetti poco chiari che saranno valutati dalla Procura. E ora anche il consigliere di Arzano Viva Salvatore Borreale denuncia lo stato di “non governo” che regna ad Arzano.
“Il potere locale, anziché governare e amministrare una città logorata, insicura e allo sbando, sta gettando le basi nel futuro per tutelare e riservarsi il lavoro nel sociale alle spalle dei cittadini arzanesi.
Il connubio tra l’assegnazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata e le finalità a favore dei servizi pubblici è evidente a tutti, tuttavia non può essere unidirezionale solo verso alcuni specifici servizi ritenuti sociali, ci sono altri servizi sociali che meriterebbero maggiore attenzione e priorità da questa amministrazione, specialmente quando non vi è stato alcun dibattito e discussione tra le forze politiche e sociali locali, quando la tematica non è stata mai posta all’ordine del giorno del consiglio comunale e delle commissioni consiliari.
In merito, insomma, nessun atto di indirizzo politico è stato pubblicato, sembra tutto concertato tra pochi intimi. Il ritorno alla legalità e alla collettività dei beni immobili confiscati frutto di attività illecite è sancito ormai da anni nel nostro ordinamento democratico, proprio per questo devono essere goduti da tutti senza creare spazi privilegiati a favore di pochi e senza conflitti di interessi.
Questi beni dovrebbero produrre reddito e occupazione, il riutilizzo dovrebbe avvenire con più trasparenza ed anche con maggiori finalità culturali, favorire le aggregazioni sociali e l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro”.
“ Di recente emergerebbe che nell’immobile confiscato di Via Ten. Alberto Barone – denuncia Borreale – dovrebbe svolgersi l’attività sociale a favore delle donne vittime di violenza, attività affidata ad un’associazione iscritta nel registro degli Enti del Terzo Settore, mentre nella villa confiscata di Via Francesco Compagna saranno svolte anche qui attività sociali dello stesso genere ma questa volta di natura istituzionale da parte del Comune.
In questa villa, leggendo la locandina dell’inaugurazione, dovrebbero essere svolte alcune attività sociali che l’assessorato comunale definisce così: centro per le famiglie, segretariato sociale, sportello psicologico e centro antiviolenza.
Sembra che nei due beni confiscati si svolgeranno le medesime attività sociali, praticamente un doppione. Parrebbe che una funga da sede centrale ed un’altra da sede succursale legate insieme dallo stesso filo. Una genialata dell’amministrazione Aruta, la definirebbe qualcuno.
Solo che i costi dei servizi sarebbero a carico del Comune o dell’Ambito sociale per la villa confiscata, mentre nei tre appartamenti del bene di Via Barone l’associazione a cui verrà assegnato l’immobile svolgerà ‘apparentemente’ attività sociale.
Ed è chiaro che i dubbi e gli interrogativi siano tanti per la villa confiscata, ad esempio: Il Comune ha il personale dipendente adatto e adeguato per svolgere l’attività di centro antiviolenza e sportello psicologico? Il Comune affiderà a società o enti privati questi servizi?
L’ufficio dei servizi sociali sarà trasferito nell’immobile di Via Compagna per diventare un vero e proprio ‘polo sociale’? Il Comune, dopo aver speso soldi per la ristrutturazione, si priverà di un altro bene assegnandolo all’Ambito sociale 18? Intanto, mentre tutto scorre e il comune è in ‘quasi’ dissesto finanziario, per qualcuno il futuro è ‘quasi’ assicurato. Fermate tutto, voi che potete!”
Vincenzo Angrisani
Articolo pubblicato il giorno 12 Marzo 2024 - 07:35