Arzano – Tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso al bar Bellagio: arriva la mazzata in abbreviato per il clan della 167.
E’ stata emessa l’altro giorno la sentenza, con la formula del rito abbreviato, nei confronti di quattro esponenti del clan della 167 di Arzano egemone sul territorio. Alla sbarra i presunti elementi di vertice e gregari della malavita locale.
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A chiedere l’abbreviato, che consente la riduzione di un terzo della pena: Davide Pescatore, Giuseppe Bussola, Salvatore Lupoli e Antonio Alterio tutti condannati a 4 anni e 5 mesi di reclusione. Erano finiti in cella dopo la denuncia del titolare del bar Bellagio, V.F. seguito sin dalle prima battute dall’avvocato Alessandro Motta dell’associazione SOS Impresa Antiracket Antiusura APS, con il presidente Gigi Cuomo.
Ad inchiodarli, non solo la circostanziata denuncia del commerciante ma anche le immagini della videosorveglianza. I quattro, forti della loro appartenenza al clan e del loro curriculum criminale, avevano tentato di imporre al titolare del bar Bellagio, una tangente da 2mila euro al mese, da versare per “gli amici di Arzano” e ottenere la tranquillità.
Per questo motivo, ad aprile dell’anno scorso, finirono in manette, destinatari di una ordinanza di custodia in carcere Bussola, Alterio e Lupoli ritenuti legati al clan della 167 di Arzano.
Mentre il quarto elemento del gruppo, Davide Pescatore, si rese irreperibile e venne successivamente arrestato dai carabinieri di Castello di Cisterna in un vecchio edificio nel centro storico di Giugliano, anche con l’utilizzo di droni.
Pescatore, alias “Palo ‘e fierro”, è ritenuto elemento di spicco del clan della 167 di Arzano, fazione Monfregolo, legato al capoclan Giuseppe Monfregolo. Il provvedimento, emesso su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguito dalla Polizia di Stato, arrivò al termine di indagini effettuate dalla Squadra Mobile e dal commissariato di Frattamaggiore coordinati dalla DdA.
Dall’attività investigativa era emerso che i quattro, a partire dal 26 marzo 2023, avevano preso di mira la grossa attività commerciale, presentandosi, in maniera esplicita, come emissari del clan. Dalle verifiche investigative emerse che si trattava di quattro esponenti di primissimo piano del clan della 167 di Arzano, ancora operativo sul territorio.
Infatti, Antonio Alterio, gambizzato in un circolo ricreativo a novembre del 2021, è il fratello di Gennaro e Raffaele finiti in carcere il 24 aprile del 2022, unitamente ad altre 27 persone, in quanto facenti parte del sodalizio criminale della cd 167, costola degli Amato-Pagano. Con Gennaro Alterio resosi irreperibile e successivamente arrestato sulla spiaggia dai carabinieri che si erano finti bagnanti.
Gli altri sono: Salvatore Lupoli, alias o’ trombone ed ex calciatore e Giuseppe Bussola fino a quel momento incensurato. “Grazie alla Polizia di Stato – aveva esordito il commerciante – sono riuscito a trovare la forza per denunciare ma chiedo di non essere lasciato solo in questo momento così difficile per me e la mia famiglia”. “ Spero che questo mio gesto non rimanga isolato e possa essere da sprone per altri commercianti di Arzano vessati dalla camorra e costretti a pagare il “pizzo””. Intanto ad Arzano non si ferma l’escalation di furti.
P.B.
(nella foto da sinistra Davide Pescatore, Antonio Alterio, Salvatore Lupoli, Giuseppe Bussola)
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