Una ragazzina di 13 anni, arrivata all’ospedale Sant’Anna di Torino con sua madre perché incinta, è stata tenuta sotto stretta osservazione.
Era evidentemente spaventata e impaurita. Ora, rivive quegli stessi spaventi e timori mentre risponde alle domande di un giudice. Ricorre alla forza simbolica di un peluche che tiene stretto a sé, mentre narra la storia orribile di abusi subiti in quello che avrebbe dovuto essere il suo rifugio sicuro: la sua casa.
Il padre del bambino che portava in grembo era sua stessa padre. L’uomo, ora in carcere, aveva abusato di lei ripetutamente, addirittura durante il suo ricovero ospedaliero per il parto. Si trova adesso in mani della giustizia per rispondere alle accuse di violenza sessuale nei confronti della figlia e maltrattamenti alla moglie e altri figli minori.
All’ospedale, la giovane è arrivata nel settimo mese di gravidanza nell’estate dell’anno precedente, in compagnia della madre. Quando si è trattato di rivelare l’identità del padre del bambino che stava per nascere, ella ha fornito risposte evasive, prima citando un compagno di scuola e poi un incontro virtuale su una chat.
La verità è venuta alla luce solo dopo l’installazione di telecamere nascoste nella sua stanza di ricovero. La notte tra il 9 e il 10 luglio, il padre è andato a trovarla e l’ha costretta a un rapporto sessuale. L’uomo di 45 anni di origine filippina è stato arrestato immediatamente. La paternità del bambino, poi dato in adozione, è stata confermata da test del DNA.
Secondo un rapporto sul Corriere della Sera redatto dal PM Enzo Bucarelli, gli abusi sarebbero iniziati nell’anno 2022 e si sarebbero svolti in casa. Sarebbe emerso che anche la madre ne era a conoscenza e era stata a sua volta vittima di frequenti abusi fisici. Durante le indagini è emerso anche il coinvolgimento di una terza persona, un’amica di famiglia, che avrebbe tentato di persuadere la tredicenne a incolpare per la gravidanza un compagno di scuola.
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