Sta facendo discutere il video postato sul profilo tik tok “Sconosciuta 0122” in cui Giusy Valda, sorella di Francesco Pio Valda, a processo per l’omicidio del giovane pizzaiolo Francesco Pio Maimone, inneggia alla mafia.
La ragazza, che è agli arresti domiciliari e che figura tra gli imputati del processo iniziato stamane davanti alla Corte di Assise di Napoli figura tra gli imputati per favoreggiamento.
Dell’esistenza del video si è appreso durante l’udienza di stamane – la notizia è stata anticipata dall’edizione on line de Il Mattino – e nel quale si può sentire lei che ripete la famosa frase del film Il sindaco del rione Sanità di Mario Martone in cui Francesco Di Leva rispondendo a Massimiliano Gallo a proposito di testimoni falsi, dice: “Se l’avvocato è il mio confessore, io non mi confesso…”. Poi scatta la vecchia canzone “Cadillac” di MV Killa, Geolier e Tony Effe in cui si parla di mafia e armi.
Sullo stesso profilo social c’è un recente video fatto con foto inviate dal carcere da Francesco Pio Valda con una canzone in sottofondo che recita: “Quando esci, conto le ore” e il giovane detenuto mostra prima un orologio e poi fa un cuore con le due mani.
Intanto al termine dell’udienza di oggi l’avvocato Sergio Pisani, che difende la famiglia della giovane vittima innocente Francesco Pio Maimone ha espresso il suo sostegno alla direzione intrapresa fino ad ora, “la quale mira a punire coloro che commettono determinati delitti senza la possibilità di ricorrere a riti alternativi”.
L’avvocato Pisani: “Bene l’esclusione di riti alternativi da reati del genere”
Oggi, davanti alla prima sezione della Corte di Appello di Napoli (presieduta da Annunziata), si sono costituiti parte civile il Comune di Napoli, la fondazione Polis e la famiglia della vittima. Il collegio difensivo dei sette imputati (per l’ottavo si sta procedendo in abbreviato) ha sollevato una eccezione preliminare riguardante la mancata risposta da parte dell’autorità giudiziaria relativamente alle richieste di un processo con il rito alternativo.
“Ho apprezzato molto”, ha continuato Pisani, “le parole pronunciate dal pubblico ministero in udienza (oggi per la Procura era presente la coordinatrice della DDA Rosa Volpe) che ha volto sottolineare l’assoluta estraneità della vittima dai fatti contestati agli imputati e dall’ambiente in cui sono maturati”.
Secondo la Squadra Mobile e la Procura di Napoli, la notte del 20 marzo 2023, a sparare più volte fu Francesco Pio Valda, 20 anni, per futili motivi, in seguito a una lite tra gruppi di giovani ritenuti vicini alla camorra, scatenata solo per un pestone su un paio di scarpe griffate. Tra gli imputati ci sono stretti familiari di Valda, tra cui la sorella, la cugina e la nonna, e amici.
Lo scorso dicembre a Pio Valda è stato contestato anche un altro reato – “accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione” – per aver pubblicato su Tik-Tok un video mentre era in cella con altri due detenuti.
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Articolo pubblicato il giorno 27 Febbraio 2024 - 17:28