Dalle telecamere di video sorveglianza pubblica e dal suo telefonino la verità sull’omicidio Alfonso Fontana, il rampollo dei “Fasano” di Castellammare ucciso due sere fa nei pressi del Tribunale di Torre Annunziata.
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Gli investigatori che sono al lavoro in maniera incessante da due giorni hanno guardato tutte le immagini, anche quelle private, per poter dare un volto e una identità ai due sicari (in sella a uno scooter, ma uno solo ha fatto fuoco) che lo hanno ucciso.
E sono al lavoro anche sulle chat, telefonate e messaggistica del suo smartphone. Sono convinti che si stato attirato in una trappola da qualcuno che conosceva e di cui si fidava. Anche perchè era disarmato. O quantomeno non sono state trovate armi.
Ora resta da capire se si tratta di un esecuzione per uno sgarro di camorra a livello economico o di una questione personale. Ma il fatto che sia stato finito con il colpo di grazia alla nuca mentre era a terra ferito lascia propendere gli investigatori verso la prima ipotesi.
Quasi del tutto esclusa la pista della vendetta partita da Castellammare
Ultima, ma non scartata del tutto la pista che porta alla sua città natale ovvero Castellammare. E quindi questa aprirebbe scenari nuovi. La storia criminale della famiglia Fontana e i nemici che nel corso di quasi 40 anni di camorra, hanno nella cittadina stabiese sono tanti. E quindi da dove iniziare?
Le indagini sono in corso e le forze dell’ordine stanno concentrando i loro sforzi sull’identificazione dei responsabili. Sono in corso perquisizioni e interrogatori, con particolare attenzione al possibile movente e ai contatti di Fontana.
La dinamica del delitto solleva interrogativi sul coinvolgimento della criminalità organizzata locale, che potrebbero essere chiariti nel corso delle indagini.
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Articolo pubblicato il giorno 9 Febbraio 2024 - 16:09