Il mago del riciclaggio, il napoletano Michele Scognamiglio aveva messo in piedi una centrale capace di ripulire ben 2,6 miliardi di euro in cinque anni.
Stamane è stato arrestato all’aeroporto appena sceso da un volo proveniente da Riga in Lettonia, dove viveva da alcuni e anni da dove stava cercando di scappare quando aveva capito che la sua vita da mago della finanza creativa ma illegale era finita.
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Con lui sono finiti in carcere la sua compagna Rita Gargiulo e il suo socio in affari il pugliese Marco Spinola. Insieme con altre cinque persone ammanettate stamane dalla Guardia di Finanza di Napoli.
Scognamiglio alcuni anni fa, aveva pubblicato un e book, disponibile ancora in rete nel quale spiegava come costituire società estere, conti correnti offshore e carte anonime per ripulire i soldi sporchi.
Sul sito web https://trustcomfinancial.com/portal/it/home venivano presentati i servizi offerti: conti correnti privati per la gestione del risparmio e conti correnti business dedicati a liberi professionisti e aziende. Una vasta gamma di servizi era accessibile online, attraverso un’app disponibile su App Store e Google Play. Inoltre, era disponibile un centralino operativo 24 ore su 24 per assistere i clienti.
Le attività venivano pubblicizzate su vari siti web con nomi eloquenti come paradisi-fiscali.org, simanonima.com, e cartadicreditoanonima.eu. Questi servizi offrivano consulenza fiscale personalizzata e internazionale per l’apertura di società offshore, conti correnti esteri e carte anonime, note come “freedom card”, che consentivano operazioni non tracciabili.
Originario di Ercolano aveva costruito un vero e proprio impero del riciclaggio grazie sofisticate strumentazioni informatiche e telematiche made in Israele (capaci di impedire e interrompere comunicazioni di sistemi telefonici e telematici, anche di eventuali cimici).
I tre avevano formato una banca di moneta elettronica legalmente operante in Lituania ma manovrata da Ercolano appunto. E qui aveva una forza lavoro specializzata e fidelizzata di ben 15 dipendenti che attraverso un centralino attivo h24 curava i rapporti con i clienti e anche un caveau per la custodia del contante.
Tra i clienti della centrale di riciclaggio smantellata dalla Guardia di Finanza figuravano anche membri di spicco del clan dei casalesi e dell’ ‘ndrangheta. Un diplomificio di Reggio Calabria. Oltre a ciò, vi erano studi medici, veterinari, professionisti legali e altri, tra cui l’ex patron di Alma Spa, l’imprenditore napoletano Luigi Scavone, condannato per un’evasione fiscale di 70 milioni di euro.
Il monitoraggio di Scavone, rilasciato dopo un periodo di detenzione cautelare, ha portato gli investigatori a credere che avesse cercato di frazionare la parte residua della sua considerevole ricchezza accumulata tramite frode fiscale (detenuta anche all’estero) utilizzando meccanismi per nasconderla.
Ma la cosa più interessante ai fini degli sviluppi dell’indagine è la scoperta di un file denominato “viaggiatore” in cui sono contenuti i nomi e gli investimenti di tutti i clienti del gruppo Scognamiglio. Ovvero l’elenco dei correntisti della banca lituana che hanno ripulito i soldi.
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