Anche un detenuto del carcere napoletano di Poggioreale partecipava al giro di scommesse clandestine, scoperto dall’indagine dei finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli che, coordinati dalla Procura di Napoli Nord, hanno fatto scattare le manette ai polsi di altrettanti componenti di un’associazione a delinquere transnazionale.
Il giro d’affari era molto elevato, con giocate per oltre 200mila euro al mese e vincite per circa 150mila euro. Le scommesse venivano effettuate online su siti illegali gestiti da una società austriaca con server in Gran Bretagna e controllata da una società serba.
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In carcere sono finiti Gaetano Tufo, 55enne di Marano, promotore del gruppo, e i coniugi Maria Loffredo e Mauro Marotta, 44enni di Napoli, residenti a Soccavo. La donna è considerata la “numero due” dell’organizzione, dopo Tufo.
Ai domiciliari invece sono finiti Diego Del Giudice e Viviana Gallo, 45enni di Marano. Coppia con una notevole disponibilità economica. Lui è titolare di diverse società che vantavano una serie di accordi commerciali con Sisal, una di queste (Di.Vi. srl) ceduta alla Sisal, operazione che – come è emerso dalle indagini – gli aveva consentito di contrattare l’assunzione della moglie e di un’altra dipendente, M.D.M.
Le due donne, probabilmente avrebbero avuto il compito di gestire la manomissione delle apparecchiature di intrattenimento senza che i concessionari se ne accorgessero. Agli arresti domiciliari anche Pietro Estatico, 50enne di Soccavo-Pianura, titolare di agenzie di scommesse fisiche a marchio Goldbet. Raul Guarrazzi, 42enne di Napoli, anche quest’ultimo titolare di agenzia di scommesse fisiche dello stesso marchio.
E ancora l’avvocato Riccardo Bagnulo, titolare di agenzia immobiliare (55enne di Napoli); Bruno Ciaravolo, 55enne, titolare di un centro diagnostico di Torre del Greco; Francesco Rinaldi, 70enne, pensionato. Infine, al 30enne A.T è stato notificato un obbligo di dimora.
Dalle indagini è emerso che anche un detenuto del carcere di Poggioreale era coinvolto nel giro di scommesse. Il detenuto, che scontava una pena per reati di droga, aveva effettuato puntate per 20mila euro utilizzando un cellulare di cui disponeva malgrado fosse in cella.
L’organizzazione aveva una vera e propria rete di agenzie di scommesse clandestine, dislocate tra Napoli e provincia. Le agenzie erano spesso munite di licenza regolare, ma venivano utilizzate per piazzare scommesse su siti illegali.
Le somme raccolte venivano poi suddivise e caricate sui conti di gioco di persone perlopiù nullatenenti, diverse dai reali scommettitori, per nascondere l’identità dei giocatori e la provenienza del denaro.
L’organizzazione piazzava anche slot machine non conformi e manomesse in esercizi commerciali di Napoli e provincia. Le slot machine erano spesso scollegate dalla rete telematica dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, consentendo di giocare somme superiori al limite di legge.
Nel corso delle indagini, la Guardia di Finanza ha sequestrato numerosi apparecchi e congegni da intrattenimento manomessi, alcune postazioni elettroniche abusive di scommesse online e 150mila euro in contanti.
Le indagini sono ancora in corso per identificare tutti i componenti dell’organizzazione e quantificare l’entità del giro d’affari illecito.
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