Il sequestro di una sala scommesse abusiva a Marano di Napoli ha portato alla scoperta di un’organizzazione transnazionale dedita al gioco d’azzardo e alle scommesse.
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L’immobile, apparentemente insignificante perché privo di insegne, nascondeva al suo interno una struttura ben organizzata, con telecamere di videosorveglianza, maxischermi e terminali collegati a siti web.
Le indagini della Procura di Napoli Nord e della Guardia di Finanza di Napoli hanno permesso di ricostruire l’attività dell’organizzazione, che aveva un giro di affari molto elevato. Le somme raccolte erano di gran lunga superiori a quelle che sarebbe stato possibile raccogliere in modo legale.
In totale, sono undici le persone nei confronti delle quali sono state notificate misure cautelari:
tre persone sono finite in carcere;
sette persone sono ai domiciliari;
un’altra persona è stata obbligata a dimorare nel comune di residenza.
L’organizzazione aveva ramificazioni in diversi paesi europei e operava attraverso una rete di siti web illegali.
L’indagine ha rivelato un’ampia rete di gioco d’azzardo clandestino che coinvolgeva circa 300 agenzie operative per conto di un’agenzia serba con base in Austria. La Procura di Napoli Nord ha coordinato l’azione dei finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria. I reati contestati riguardano associazione per delinquere finalizzata alla raccolta di scommesse clandestine, riciclaggio e peculato, con l’aggravante della transnazionalità.
Le indagini hanno portato all’individuazione di mille giocatori, tra cui un detenuto che riusciva a scommettere fino a 800 euro direttamente dal carcere. La rete di scommesse illegali operava anche in altri settori commerciali, come negozi di ortofrutta, agenzie assicurative e lavanderie.
Oltre alle scommesse clandestine, l’indagine ha rivelato anche l’esistenza di giochi non autorizzati con slot scollegate dalla rete. Le perquisizioni e i sequestri hanno coinvolto diverse località in Italia e in Austria, compresa una villetta di pregio ad una donna lituana, considerata tra i principali indagati insieme a tre soci italiani.
Complessivamente, sono state individuate 15 reti, 20 affiliati e 300 agenzie coinvolte nell’attività illegale. Tra i mille giocatori individuati, spicca il caso di un detenuto nel carcere di Poggioreale, coinvolto in attività di traffico di droga, che riusciva a scommettere fino a 800 euro al mese e a vincere anche 15mila euro.
La rete criminale coinvolgeva un’ampia filiera che includeva soci, master, agenti e giocatori, con ricavi generati anche attraverso il riciclaggio di grosse somme di denaro. Alcuni giocatori aggiravano le normative anti-riciclaggio giocando all’estero e scommettendo cifre fino a 100mila euro. L’indagine è ancora in corso e sono in corso ulteriori accertamenti sul server sequestrato per identificare altri clienti coinvolti nelle scommesse clandestine.
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