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Il 23 febbraio, alle ore 11:30, presso la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a Napoli, si terrà la presentazione del volume “Enrico Caruso e la scuola ciandelliana” di Enrica Donisi, edito da Guida Editore.
Il panel di relatori includerà Enrica Donisi, Gaetano Bonelli, Ivano Caiazza, Olga Chieffi, Lello Reale e Letizia Testa, con Angela Procaccini nella veste di moderatrice. Enrico Caruso rappresenta una figura iconica della storia della musica, emerso dal contesto sociale e artistico di Napoli per conquistare fama mondiale come tenore.
Il suo talento ha contribuito a rendere celebre il repertorio operistico e le canzoni napoletane in tutto il mondo, diventando un simbolo di riscatto sociale attraverso l’arte. La presentazione del volume approfondirà il legame tra Enrico Caruso e la Scuola ciandelliana, rilevando l’importante contributo di Vincenzo Lombardi nella formazione artistica del grande tenore.
Attraverso un’approfondita analisi storico-musicale, Enrica Donisi si concentra sulla figura di Caruso e il suo legame con la scuola ciandelliana, sottolineando l’importanza di questa indagine anche per altri ambiti artistici e culturali.
“Lo studio del partimento e dell’alta composizione – si legge nelle note di copertina – le arditezze contrappuntistiche, i pezzi strumentali virtuosistici, la pari dignità riservata a tutti gli strumenti, la forte sensibilità alla sperimentazione timbrica e alle potenzialità degli strumenti, i richiami alla musica tedesca, la varietà delle melodie, napoletane o di sapore orientale, rendono conto dell’elevata qualità musicale della Scuola ciandelliana e delle contaminazioni reciproche fra i vari “generi”. Ne beneficia pure la musica napoletana. Le più famose canzoni napoletane sono state composte dai ciandelliani“. Ed è interessante citare un parallelo che la Donisi propone nella prima parte del volume fra Paganini e Caruso, traendolo da uno studio di primo Novecento di Tortorelli: “Come Nicolò Paganini sapeva trarre dal suo magico legno cento, mille voci, mille note diverse, che creavano l’ammirazione, il pianto, la esaltazione negli spettatori, così Enrico Caruso trae dalla sua gola magica suoni e figure più diverse ed inattese che raggiungono direttamente il cuore, colpiscono ed eccitano la fantasia fino al delirio. Paganini e Caruso rappresentano, ognuno nella propria arte, quanto di più alto ed eloquente possa esprimere un artista, un esecutore, sorretto dal divino dono di una forza sovrumana”.
Articolo pubblicato il giorno 22 Febbraio 2024 - 12:28