Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Nord Fabrizio Forte ha disposto gli arresti domiciliari in nord Italia per il secondo maggiorenne coinvolto nelle violenze nei confronti delle due cuginette di Caivano. La decisione, presa il 17 gennaio 2024, è analoga a quella adottata oltre un mese fa nei confronti dell’altro maggiorenne indagato per gli stupri.
La notizia ha suscitato la reazione della Procura di Napoli Nord e dei legali delle due bimbe, che hanno espresso il loro dissenso per l’attenuazione della misura cautelare.
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Inoltre, il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale per i minorenni di Napoli ha rigettato la richiesta di proroga delle indagini presentata dagli inquirenti.
La decisione comporterà la scarcerazione degli altri sei minorenni ancora sottoposti alla più afflittiva delle misure cautelari per effetto della decorrenza dei termini, la cui scadenza è prevista per il prossimo 26 gennaio.
Per il secondo maggiorenne scarcerato il giudice ha disposto l’applicazione del braccialetto elettronico e imposto il divieto di comunicare con persone diverse dai suoi genitori e dai parenti a casa dei quali sarà ai domiciliari.
Le violenze sulle due cuginette di 10 e 11 anni sono avvenute nella scorsa estate a Caivano, in provincia di Napoli. Le bambine sono state sequestrate, drogate e violentate da un gruppo di uomini, tra cui alcuni minorenni.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli Nord, hanno portato all’arresto di nove persone, tra cui due maggiorenni e sette minorenni.
La madre delle due bimbe ha commentato la notizia della scarcerazione del secondo maggiorenne dicendo di essere “sgomenta” e di non riuscire a comprendere “come sia possibile che le persone che hanno violentato le nostre figlie possano tornare in libertà”.
Anche il padre delle bambine ha espresso il suo dispiacere per la decisione del giudice, affermando che “è una sconfitta per la giustizia e per le nostre figlie”.
Alcuni esperti hanno espresso dubbi sulla decisione del giudice, ritenendola prematura e non adeguata alla gravità dei reati commessi.
In particolare, si è sollevata la questione del rischio di reiterazione del reato, considerato che i due maggiorenni coinvolti nelle violenze hanno già precedenti penali.
Inoltre, si è sottolineato che la scarcerazione dei sei minorenni potrebbe creare un clima di impunità e danneggiare la credibilità della giustizia.
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