A pochi mesi dalla scadenza del suo secondo e ultimo mandato, il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale torna a farsi sentire con una lettera inviata al premier Meloni e ad altri ministri sulla questione dell’abusivismo edilizio.
Cosa mai risolta da nessun Governo e che solo nella cittadina del Casertano riguarda 1300 abitazioni riconosciute abusive da una sentenza giudiziaria definitiva e destinatarie di ordinanze di abbattimento, dove vivono circa 22mila persone.
E’ il cosiddetto “abusivismo di necessità”, perchè riguarda quasi esclusivamente prime case costruite oltre 20 anni fa con sacrifici in un territorio dove fino alla prima decade del 2000 la camorra comandava, non c’erano pianI regolatori e dunque si costruiva dove capitava; peraltro si tratta di un area pianeggiante dove non sussistono particolari vincoli, tra idrogeologici, paesaggistici o storico-culturali, che vietano la costruzione di manufatti.
Natale ha più volte scritto ai Governi, si è interfacciato con la Regione, che sembrava disponibile verso la grave situazione di Casale, ha collaborato a presentare proposte di legge per consentire l’acquisizione al patrimonio comunale di tali case, da poi fittare agli stessi inquilini, quasi sempre persone poco abbienti che non hanno altre case in cui vivere; un modo per sanare una situazione che non danneggia il territorio ed evitare di aggiungere anche il problema socio-abitativo e quello relativo alla tenuta delle casse comunali, dove mancano le ingenti risorse per gli abbattimenti.
Oggi Natale ripropone la proposta di modifica alla legge urbanistica presentata quasi alla fine del Governo Draghi, con Mara Carfagna Ministro per il Sud, che prevedeva proprio la possibilità per i Comuni di acquisire le case abusive e abbatterle salvo che il Consiglio comunale non dichiarasse l’esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l’opera non contrastasse con rilevanti interessi urbanistici, ambientali o di rispetto dell’assetto idrogeologico.
“Quella che proponiamo – spiega Natale – non è una sanatoria ex lege; per evitare speculazioni, si prevede che le abitazioni acquisite al patrimonio pubblico siano indisponibili, per cui l’Ente non potrà mai venderle. Ma nonostante le molte promesse di attenzione, ad oggi non si è ottenuto alcun risultato.
“E’ la stessa previsione vigente per i beni confiscati – aggiunge Natale – che non possono essere venduti, e ciò per evitare che gli immobili possano ritornare nella proprietà di chi aveva commesso l’abuso. Ma ad oggi restiamo in una situazione dove a fianco all’ipocrisia di affermare che gli abusi vadano demoliti, ben sapendo che nella maggioranza dei casi non è possibile, persistono i problemi finanziari, sociali ed ambientali per i Comuni ove il fenomeno è particolarmente intenso”.
Tra gli interessi pubblici che possono consentire di non abbattere la casa abusiva figurano “la destinazione dell’immobile per alloggi per l’edilizia residenziale sociale e la utilizzazione da parte di nuclei familiari, residenti nel territorio comunale, privi di abitazione sul territorio nazionale”.
La deliberazione consiliare fungerebbe da titolo edilizio per l’immobile. Natale ricorda poi al Governo che “negli ultimi dieci anni, da quando ricopro la carica di Sindaco, dando la piena disponibilità e collaborazione alle Procure, abbiamo abbattuto 5 abitazioni ( l’ultima pochi mesi fa), accendendo mutui con la Cassa Depositi e Prestiti per circa 1 milione e 600.000 euro da ripagare entro 5 anni.
Nel 2024 dovremmo già pagare le prime rate di questi prestiti, con un aggravio alle nostre casse già non floride. Faccio presente anche che il fondo demolizioni di Cassa deposito e prestiti è di solo 50 milioni di euro, dotazione insufficiente già solo per le esigenze della nostra Città, figuriamo per tutta l’Italia.
Ma c’è di più: questo fondo è stato istituito una volta per sempre, non viene dunque rimpinguato ogni anno e a quanto ci risulta si è ridotto a circa un milione di euro. Certo, la legge dice che dovremmo rivalerci sui proprietari, ma credo che non ci voglia molto per capire che ciò non avverrà mai, salvo che per piccolissime somme”.
“Di recente – conclude Natale – in una abitazione da abbattere, risiedevano due famiglie in gravi condizioni economiche, con quattro minori, ed abbiamo dovuto affrontare con enormi difficoltà il problema di garantire un nuovo alloggio ai bambini, e questo ha significato ulteriori spese per l’ente già in difficoltà economiche. Uno Stato che ha lasciato in un abbandono pluridecennale questi territori non può oggi far finta che il problema non esiste e nascondere la testa nella sabbia”.
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