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Napoli, sequestro beni per 55 milioni di euro a imprenditore legato ai Casalesi

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La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Misure di Prevenzione nei confronti dell’imprenditore napoletano Antonio D’Amico. L’imprenditore è attivo nel settore dei rifiuti e della bonifica ambientale, ed è ritenuto vicino al clan dei Casalesi.

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Il provvedimento di sequestro, derivante da una proposta di misura di prevenzione avanzata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli e dal Direttore della DIA, coinvolge quattro società attive nei settori degli impianti di depurazione, immobiliare, servizi di elaborazione di consumi idrici e costruzione di opere pubbliche. Il valore complessivo dei beni sequestrati è stimato intorno a 55 milioni di euro.

L’imprenditore è già stato rinviato a giudizio per aver favorito l’attribuzione illecita del subappalto per la realizzazione e la gestione della discarica di Chiaiano a imprese riconducibili al clan dei Casalesi.

Gli sono stati contestati reati quali associazione per delinquere, frode in pubbliche forniture, truffa ai danni di enti pubblici, falsità in atti e certificazioni, violazione delle norme ambientali (tra cui traffico illecito di rifiuti), con l’aggravante di favorire il clan “dei Casalesi”, fazione Zagaria.

L’imprenditore gestiva le aziende di famiglia, attribuendo formalmente i ruoli societari alle figlie per coprire l’immagine societaria e mantenere i “requisiti morali” necessari per contrattare con la Pubblica Amministrazione.

Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha già avviato altre procedure di prevenzione nei confronti di imprenditori collegati a contesti simili. La gestione dei beni sequestrati sarà affidata a un’amministrazione giudiziaria con attenzione alla tutela dei valori positivi dell’impresa.

L’esecuzione del decreto rientra nelle attività istituzionali della Direzione Investigativa Antimafia finalizzate all’aggressione dei patrimoni illecitamente acquisiti e collegati a contesti mafiosi, a tutela del tessuto economico nazionale.

@riproduzione riservata


Articolo pubblicato il giorno 23 Gennaio 2024 - 07:59


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