Si avvicina la fase cruciale dell’inchiesta sul femminicidio di Giulia Cecchettin: gli accertamenti scientifici sull’auto di Filippo Turetta
La Fiat Grande Punto nera, sulla quale il giovane è stato bloccato dalla polizia tedesca il 18 novembre scorso, è da quattro settimane nelle mani dei Ris di Parma. Gli esperti stanno analizzando le macchie di sangue trovate sul sedile posteriore e nell’abitacolo dell’auto, per capire se è qui che Giulia ha trovato la morte, oppure se la ragazza di Vigonovo era già deceduta quando Turetta è stato inquadrato dalle telecamere mentre caricava il suo corpo nel sedile posteriore.
Secondo le prime informazioni, sul sedile posteriore della Punto sarebbe stato rinvenuto molto sangue. Gli esperti della ‘bloodstain pattern analysis’, la tecnica che studia forma e traiettoria degli schizzi di sangue, saranno in grado di determinare l’origine e l’azione che ha provocato il sanguinamento.
Insieme al consulente della Procura, verranno convocati anche gli avvocati delle parti, i difensori di Turetta e quelli della famiglia Cecchettin, che nomineranno a loro volta i periti che parteciperanno agli esami irripetibili.
Sulla Fiat Punto sono stati trovati anche uno dei due coltelli usati da Turetta, quello con una lama di 12 centimetri, dei sacchetti di nylon neri, una scarpa, e un cellulare. Si dovrebbe trattare del telefono di Turetta, perchè quello di Giulia non è mai stato ritrovato.
Le prove raccolte con questi accertamenti serviranno a suffragare o meno le dichiarazioni fatte da Turetta al pm l’1 dicembre scorso nell’interrogatorio fiume di 9 ore reso nel carcere di Verona. Un racconto fatto di incongruenze e molti “non ricordo”, nel quale l’ex fidanzato e carnefice di Giulia affermò “mi è scattato qualcosa in testa” per spiegare l’orrore.
Nel carcere veronese di Montorio Filippo Turetta continua a trascorrere le sue giornate senza grandi cambiamenti. Nei giorni scorsi si era diffusa la voce che fosse vicino il suo trasferimento in un’altra sezione della casa di reclusione. Allo stato, però, il giovane risulta tuttora rinchiuso nella sesta sezione, l’infermeria, in cui è stato collocato fin dal suo arrivo in Italia, il 25 novembre scorso.
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