REVMAN, il rapper poliziotto torna con un inno contro la droga

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Revman, il rapper poliziotto promotore e pioniere del “Rap della legalità” che ha scosso profondamente la scena italiana con la sua attitudine positiva e non violenta nei confronti di un genere troppo spesso accostato ad eccessi e abusi, torna nei digital store con “Rogoredo Trap 2.0”, una versione rinnovata e potenziata del suo inno contro la tossicodipendenza “Rogoredo Trap”, contenuto nel disco d’esordio “Attraverso Me”.

Nella sua duplice veste di artista e agente di polizia, Revman continua la sua missione volta a portare un’ondata di consapevolezza nel rap-game italiano, affrontando temi sociali di forte impatto con un linguaggio diretto e incisivo e una visione aperta al dialogo costruttivo e all’abbattimento di testi sempre più aggressivi e cruenti.

E proprio nel cuore della battaglia musicale delle ultime settimane, il rapper in divisa ha saggiamente scelto una comunicazione propositiva e al contempo assertiva, emettendo un videomessaggio in cui ha affermato:

“La mia risposta ai molteplici conflitti nella scena degli ultimi tempi, è promuovere la consapevolezza e il dialogo costruttivo, coinvolgendo l’intera comunità musicale per creare un ambiente più rispettoso e inclusivo”.

Guarda il videomessaggio.

Senza ricorrere a dissing o attacchi diretti ad altri artisti, il poliziotto-rapper sferra una guerra contro tutte le droghe, utilizzando l’attenzione generata dal dibattito corrente nel mondo del rap per lanciare un messaggio potente e incisivo. La sua strategia si distingue per la scelta di affrontare il problema in maniera costruttiva, anziché provocatoria, dimostrando che è possibile usare la musica come veicolo di cambiamento e sensibilizzazione sociale.

Il testo di “Rogoredo Trap 2.0” è un faro per chi è vittima delle sostanze stupefacenti, offrendo indicazioni chiare per schivare la pericolosa insidia delle dipendenze e fornendo supporto a coloro che sono già coinvolti in questo difficile percorso. Con versi come «Non cambia niente se tu non cambi niente», Revman sottolinea l’importanza dell’agire individuale contro l’utilizzo di droghe. Questa frase è un richiamo potente all’autodeterminazione, che esorta l’ascoltatore a prendere una posizione attiva nella propria vita. Revman, con la sua esperienza diretta sul campo, comprende profondamente le sfide e le trappole della dipendenza. Per tale motivo, la sua musica è un vero e proprio strumento di motivazione e ispirazione, una guida verso una rinascita personale e un rinnovato senso di speranza. Questo passaggio del brano, risuona come un mantra per chi cerca di ritrovare se stesso e il proprio cammino nella vita, un inno alla forza interiore e alla capacità di riscatto che risiede in ognuno di noi.

Al contempo, nell’esortazione «Osserva i problemi, alza la testa, togli lo sguardo dal cellulare», l’artista lancia il suo appello ad una presa di coscienza collettiva, a riconoscere e affrontare i mostri mascherati da facilitatori di vita, promuovendo la resilienza e l’autodeterminazione ed elevando la nostra attenzione oltre le distrazioni quotidiane, guardando in faccia le realtà talvolta scomode e difficili che circondano ognuno di noi. Con un tono quasi paterno, ma carico di autorità, il poliziotto rapper si rivolge ai giovani, sollecitandoli a staccarsi dalla passività e dall’isolamento che spesso i dispositivi digitali possono causare, per rivolgere invece la propria attenzione all’ambiente circostante, alle sue complessità e alle sue sfide.

E nei passaggi «Scrivo per i ragazzi senza obiettivi, senza lavoro, senza una casa, senza qualcosa che li renda vivi» e «ragazzi con un futuro, ma con le spalle al muro perché la strada gli ha aperto una porta sbagliata, facendoli sprofondare nel buio», l’artista si rivolge direttamente ai giovani, mostrando empatia e comprensione per le loro difficoltà, mentre li invita a trovare una speranza e un proposito, analizzando vividamente la facile tentazione di intraprendere percorsi sbagliati, ma sottolineando l’importanza della resilienza e della lotta per trovare una via d’uscita dall’oscurità.

Ma è nella frase chiave «Non sono qui per farti la morale, ma della vita farti innamorare, perché quando sembra tutto perso, c’è qualcosa ancora da salvare» che Revman rivela il suo approccio umano e compassionevole nei confronti di un tema tanto delicato. In queste parole, il poliziotto-rapper chiarisce che il suo intento non è quello di giudicare o predicare, ma piuttosto quello di ispirare e infondere speranza. C’è un messaggio forte di ottimismo e riscatto che trasuda da queste emozionanti liriche; Revman vuole stimolare l’amore per la vita in coloro che potrebbero sentirsi persi o intrappolati in situazioni difficili, suggerendo un processo di riscoperta e apprezzamento delle piccole gioie e delle opportunità attorno a noi, anche nei momenti più bui. È un invito a guardare oltre il presente, a riconoscere il valore intrinseco dell’esistenza stessa e a cercare quelle scintille di luce che possono portare alla salvezza. Versi che si configurano come un incoraggiamento per chi si trova in difficoltà, ricordando loro che non tutto è perduto e che il potenziale di recupero e rinascita è sempre presente.

“Rogoredo Trap” per la ritmica utilizzata, per i suoi contenuti simili ma opposti a quelli della trap, rappresenta un brano unico nel suo genere: Revman, infatti non è un trapper, ma con questo titolo vuole catturare l’attenzione per affrontare un importante tema sociale. L’etimologia stessa della parola trap indica, nello slang di Atlanta dove è nata, il luogo di spaccio, la “trap houses” (case trappola), appartamenti abbandonati e dimenticati nei sobborghi, tipici luoghi di vendita e dipendenza da alcool e droghe. Ed è proprio al contrasto a questo mondo che si ispira il brano, per sensibilizzare i più e i meno giovani a non cadere nella trappola della tossicodipendenza, un tunnel dal quale è poi molto complesso uscire e liberarsi.

“Rogoredo Trap 2.0” va ben oltre il semplice attivismo sociale; è un richiamo a rompere il ciclo dell’indifferenza, a prendere una posizione attiva e informata, a diventare parte integrante di un cambiamento, personale e sociale. Con la sua autenticità e integrità, Revman ci ricorda che il primo passo per una trasformazione significativa inizia con la consapevolezza e la volontà di affrontare attivamente i problemi.

Nato a Palermo nel 1990 e cresciuto tra le strade di Milano dove ogni giorno si batte in divisa contro la criminalità, l’artista ha visto e continua a vedere da vicino le realtà difficili dei giovani coinvolti nel mondo delle sostanze stupefacenti. “Rogoredo Trap 2.0” è uno specchio in musica dei suoi stessi occhi, un grido di resistenza contro l’epidemia di droghe che affligge le nostre strade. Con un sound coinvolgente e un testo suggestivo che colpisce dritto al cuore, Revman invita i giovani a rifiutare una vita in bilico tra la fama e la fame di una dipendenza distruttiva.

“Attraverso il mio lavoro – dichiara, in conclusione – ho visto molte situazioni: conosco il valore prezioso della vita e credo che non debba essere sprecata”.

“Rogoredo Trap 2.0”, accompagnato da un emblematico videoclip ufficiale disponibile su YouTube e postato sui social in più clip, non è solo una canzone, ma una causa, una rivoluzione, una vera e propria svolta nel mondo del rap che ci sprona a rifiutare gli abusi e a lottare per un futuro migliore. Revman utilizza il suo palcoscenico non solo per intrattenere, ma per educare, sensibilizzare e ispirare, rendendo il rap un potente strumento di cambiamento sociale.

Guarda il video

Con questa release, l’artista non solo rafforza il suo ruolo di innovatore nel mondo del rap, ma si afferma anche come un esempio di quanto la musica possa essere un ponte tra la società e le forze dell’ordine, promuovendo un dialogo costruttivo e un impegno comune per un futuro migliore. Questo brano è un invito a tutti noi a prendere una posizione, a scegliere la vita e a lottare per un domani più luminoso.


Articolo pubblicato il giorno 16 Gennaio 2024 - 10:35

Regina Ada Scarico

Ho lavorato per oltre 15 anni nel mondo del teatro e dello spettacolo in generale e ho avuto esperienze molto lunghe in qualità di amministratrice e coordinatrice di compagnia in spettacoli complessi, con numerosi attori e personale. Ho curato, sempre nell’ambito delle compagnie teatrali e anche nell’ambito più generale dell’organizzazione di eventi, sia i rapporti con Enti e soggetti terzi sia quelli con la stampa e il mondo dei mass media, avendo gestito più volte in piena autonomia l’ufficio stampa in occasione di spettacoli, rassegne, mostre ed eventi

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