Domenica 14 gennaio alle 18, negli spazi della Pinacoteca provinciale di via Mercanti, si terrà l’incontro con Giovanna Di Marco, autrice di “La sperta e la babba” e Agnese Silvestri, traduttrice di “Leone Leoni”.
Le due ospiti dialogheranno con Barbara Cangiano.
All’incontro sarà presente Giuseppe Avigliano, libraio e fondatore della casa editrice Cafèorchidea, per una riflessione finale sulla cultura al sud.
I LIBRI
La sperta e la babba. Dicono gli atlanti che la Sicilia è un’isola e sarà vero, gli atlanti sono libri d’onore. Si avrebbe però voglia di dubitarne, quando si pensa che al concetto di isola corrisponde solitamente un grumo compatto di razza e costumi, mentre qui tutto è dispari, mischiato, cangiante, come nel più ibrido dei continenti. Inizia così un noto libro di Gesualdo Bufalino, “Cento Sicilie”. E continuando, fra le tante contraddizioni, osserva: Vi è una Sicilia “babba”, cioè mite, fino a sembrare stupida; una Sicilia “sperta”, cioè furba, dedita alle più utilitarie pratiche della violenza e della frode. Questo libro, ibrido fin nella struttura, con due storie e due lingue, due ritmi e due donne, indaga due di cento Sicilie e facendolo, nell’incanto del racconto, ci mostra le infinite stratificazioni di una terra e del suo popolo. Ci mostra le cento irraggiungibili Sicilie e molte altre ancora.
Leone Leoni. Cosa accade se a suscitare una passione inesauribile per un essere dalla morale riprovevole è un uomo piuttosto che una donna, come era stato il caso della Manon Lescaut dell’abbé Prévost? È questo interrogativo a innescare in George Sand, allora coinvolta nel turbinio di emozioni della sua storia travagliata con Alfred de Musset, la scintilla creativa di Leone Leoni (1835).
Nascono così i personaggi di Juliette e di Leone, lei incantevole figlia di un gioielliere di Bruxelles, cresciuta nella fatuità e nella frivolezza riservate alle ragazze di buona famiglia nei primi decenni dell’Ottocento; lui fascinoso nobile veneziano, dedito al gioco d’azzardo e alla truffa, pieno di debiti ma dalla vita sociale brillante, grandiosa e debosciata. Non lo nota neanche, Juliette, incontrandolo per la prima volta sulla propria strada. Ma l’ingenuità della prima giovinezza, la fondamentale immoralità di un’educazione che le toglie, invece di assicurarle, consapevolezza di sé e del mondo, la bonaria superficialità della famiglia dell’eroina, che non manca di coltivare ambizioni di ascesa sociale, la precipitano in una passione tanto rovinosa quanto inebriante. Trascinata da Leone in una tormentosa peregrinazione tra luoghi diversi e situazioni sempre più avvilenti, si aprono per Juliette abissi di umiliazione, ma anche ambigui spazi di libertà e di rivolta.
LE PROTAGONISTE
Giovanna Di Marco, docente di Lettere e storica dell’arte, ha collaborato per anni con associazioni per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale. È autrice di diversi articoli su temi di critica e letteratura artistica su riviste scientifiche e della rubrica di approfondimento culturale Come se fosse Antani sul quotidiano online “ilSicilia.it”. Sono usciti suoi racconti su diverse riviste letterarie. Per “Morel, voci dall’isola” cura la rubrica Nuvole, dedicata alla letteratura ecfrastica.
Agnese Silvestri insegna letteratura francese all’Università di Salerno. I suoi ambiti di studio riguardano, tra l’altro, il romanzo del XIX secolo, con particolare riferimento a Georg Sand e Balzac.
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