Associazione a delinquere finalizzata ai furti in abitazione, tentata rapina in abitazione, furti di e su auto, ricettazione, falso e violazione della sorveglianza speciale.
Sono questi i reati contestati ad otto persone raggiunte questa mattina da un’ordinanza di custodia cautelare (tre sono finiti in carcere, cinque ai domiciliari) emessa dal gip di Bari su richiesta della Procura ed eseguita dai carabinieri.
Al vertice dell’organizzazione c’era, secondo l’accusa, Giovanni Cassano, pregiudicato già detenuto per altra causa a Taranto e fratellastro dell’ex calciatore di Roma e Real Madrid, Antonio.
I reati sarebbero stati commessi tra le province di Bari e Barletta-Andria-Trani. L’indagine trae origine da eventi denunciati nei mesi di novembre e dicembre 2020 nei comuni di barese di Castellana Grotte e Conversano, gli inquirenti hanno ricostruito come gli indagati fossero abili nell’acquisire informazioni sulle abitudini di vita e sulle disponibilità economiche delle vittime (anche tramite pedinamenti e appostamenti) prima di tentare e portare a segno i colpi.
La struttura criminale, secondo i carabinieri, era “incline all’uso di minacce e violenza alla persona, con l’unico proposito di appropriarsi di ingenti quantitativi di danaro ed oggetti di valore che le vittime custodivano all’interno delle casseforti installate nelle proprie abitazioni, scardinate con l’impiego della fiamma ossidrica”.
Gli indagati usavano anche auto di grossa cilindrata rubate, radio ricetrasmittenti e disturbatori di frequenza, flessibili e altri attrezzi da taglio e scasso. Secondo quanto ricostruito, gli indagati usavano sia chiavi sottratte alle vittime che quelle riprodotte con l’aiuto del titolare di un negozio di ferramenta di Bari, al quale venivano fornite le foto delle chiavi da duplicare.
Ma l’associazione poteva contare anche sull’aiuto di operatori compiacenti di un’agenzia di pratiche automobilistiche di Triggiano (Bari), con la quale accedevano illecitamente alla banca dati per la visura delle targhe.
Il titolare della ferramenta e il titolare dell’agenzia sono indagati a piede libero. Gli indagati, durante i furti, “erano soliti indossare parrucche da donna, cappellini, mascherine e passamontagna”, scrivono ancora i carabinieri, “rendendo difficoltosa l’identificazione”.
I carabinieri hanno ritrovato nella disponibilità dell’associazione circa 110mila euro in contanti, contenuti in un borsone. “I furti in casa non hanno solamente una valenza economica, ma costituiscono un vero trauma per chi li subisce, perché colpiscono l’intimità e una parte importante della vita delle persone”, ha detto il procuratore di Bari, Roberto Rossi, nel corso della conferenza stampa sugli arresti (tre in carcere, cinque ai domiciliari).
“Gli indagati, che operavano per ‘batterie’ erano seguire le vittime, per cercare di coglierne le abitudini in modo da capire come e quando agire”, ha spiegato il colonnello Dario Mineo, comandante del reparto operativo dei carabinieri di Bari. “Una delle vittime, ad esempio, aveva un’attività commerciale e ne hanno colto abitudini e spostamenti avvicinando uno dei suoi dipendenti”, ha aggiunto Mineo.
I furti in appartamento avvenivano solitamente quando le vittime non erano in casa ma, come ha sottolineato il comandante della compagnia di Monopoli, Massimo Pignataro, “in un’occasione, trovando le vittime in casa, le hanno bloccate e minacciate per portare a termine il colpo”.
Sono circa 20 gli episodi di furti e rapine contestati, in un’occasione la banda riuscì a rubare 300mila euro da una cassaforte. Tra gli oggetti più rubati anche gioielli e orologi di valore.
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