Napoli ha salutato Enzo Moscato, il drammaturgo che ha raccontato la città e i suoi abitanti con un linguaggio crudo e poetico.
La camera ardente è stata allestita alla Sala Assoli, il suo teatro di riferimento, dove la bara è stata esposta sul palcoscenico. Ai funerali, celebrati nella chiesa di San Ferdinando, hanno partecipato centinaia di persone, tra cui attori, registi, musicisti e politici.
Toni Servillo, che ha recitato in molte opere di Moscato, ha ricordato il suo amico e maestro come un “grande autore che ha saputo seminare parole e pensieri meravigliosi”.
Il regista Mario Martone ha sottolineato che Moscato “ha dato voce a Napoli come Eduardo e Viviani”, aggiungendo che “la sua voce non potrà più risuonare, ma nuove voci arriveranno”.
Giuseppe Affinito, giovane attore e regista che ha studiato e recitato sotto la guida di Moscato, ha parlato di un “confine tracciato tra due mondi, un’utopia, un sogno”.
Enzo Moscato è morto sabato sera all’età di 75 anni. Il suo lavoro ha lasciato un segno indelebile nella scena teatrale italiana e internazionale.
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