Dopo le elezioni amministrative del 2011 a Villa Literno, nonostante la sua posizione di responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Antonio Fabozzi fu trasferito in uno spazio angusto, privo di scrivania e computer, e soprattutto privo di compiti e mansioni da svolgere.
Oltre dieci anni dopo, un tribunale ha riconosciuto che Fabozzi è stato vittima di mobbing, ovvero di una condotta persecutoria e vessatoria, e ha condannato l’ente comunale a risarcirgli il danno quantificato in 30mila euro.
La vicenda riguarda l’ex responsabile dell’Utc, Antonio Fabozzi, attualmente responsabile dell’Ufficio Abusivismo Edilizio sempre a Villa Literno. Fabozzi si rivolse al giudice del lavoro nel 2017, assistito dall’avvocato Pasquale Marotta, ottenendo una sentenza favorevole dal tribunale di Napoli Nord, presieduto dalla giudice Stefania Coppa.
I problemi di Fabozzi ebbero inizio dopo le elezioni comunali del 2011, quando fu eletto sindaco Nicola Tamburino, rimasto in carica per due mandati fino al 2021. Fabozzi fu demansionato immediatamente, con il Comune che affidò la posizione dirigenziale dell’intera area tecnica a un esterno, accorpando il settore urbanistica ed edilizia in un’unica area.
Fabozzi presentò ricorso e fu nuovamente trasferito nell’area tecnica, ma in uno spazio angusto e malsano, senza scrivania, sedia o computer, senza compiti specifici e con l’unica indicazione generica di “collaborare”.
Inoltre, gli fu negato il nullaosta per ottenere l’incarico di responsabile dell’area urbanistica al Comune di Alife, nell’Alto Casertano, che avrebbe garantito mansioni coerenti con le sue competenze. Tutte queste condotte sono state ritenute mobbizzanti dal giudice, che ha condannato il Comune di Villa Literno.
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Articolo pubblicato il giorno 12 Dicembre 2023 - 13:54 / di Cronache della Campania