La III edizione di Positano Racconta prosegue e si conclude domani, 19 dicembre: alle 16.00 conversazione tra Anna Voltaggio e Antonio Pascale sulla parola FRUSTRAZIONE, modera Pier Luigi Razzano; alle 17.00 conversazione tra Diego De Silva e Peppe Fiore sulla parola VIOLENZA, modera Pier Luigi Razzano.
Cultura di genere e femminicidio sono stati i temi al centro dell’incontro con gli studenti che questa mattina ha inaugurato la terza edizione di Positano Racconta. “Quattro Parole. Appunti per una educazione sentimentale” è infatti il tema di questa edizione della rassegna letteraria a cura della Fondazione De Sanctis programmata per il 18 e 19 dicembre e finanziata dalla Regione Campania (fondi POC 2014-2020) attraverso la Scabec.
“A Positano abbiamo messo una stella cadente in cui ci sono tutti i nomi delle donne che sono state uccise da uomini ignobili. Il nostro compito è quello di parlare ai giovani di sentimenti ma anche della violenza in tutte le sue declinazioni, oggi lo stiamo facendo” ha dichiarato Giuseppe Guida, Sindaco di Positano.
L’incontro con gli studenti sul romanzo “Ragazze perbene” di Olga Campofreda è stato introdotto da Anna Marchitelli. Ragazza Perbene è la storia di una ragazza che conferma lo stereotipo “buona e perbene, che segue un sentiero già tracciato ma invece vorrebbe seguire il desiderio, la libertà per andare verso una strada diversa. Lo impara allontanandosi: la soluzione è imparare a nominare i sentimenti” spiega l’autrice Olga Campofreda.
Una bella partecipazione di ragazzi e ragazze delle classi II A/B e III A/B della scuola secondaria di I grado di Positano con le loro insegnanti e la dirigente scolastica Stefania Astarita ha accolto l’attrice Romana Maggiora Vergano che ha letto alcune pagine significative del libro “L’ho uccisa perché l’amavo (falso)” di L. Lipperini e M. Murgia, scritto 10 anni fa e in questi giorni in ristampa. Una forte empatia si è instaurata tra gli studenti e l’attrice che ha commentato: “I genitori sono un esempio per i figli, bisogna stabilire dei confronti perché rappresentano delle sfide. Devono sapere che noi capiamo molto di più di quanto loro pensino o immaginano. La cosa importante è imparare a parlare di queste cose, imparare ad usare le parole giuste per non semplificare queste tematiche”.
“Siamo certi che questa iniziativa sia molto importante per sensibilizzare i nostri studenti sulla cultura di genere e sul femminicidio. Per riuscire a farsi fare domande dai ragazzi, a stare in ascolto.
Partendo dalla relazione come possesso, poi gelosia, perdita e frustrazione che si traduce in violenza quando si arriva al femminicidio. È importante essere in grado di dare un nome alle emozioni” ha commentato la dirigente scolastica Stefania Astarita. Lisa Ginzburg, rivolta ai ragazzi li ha invitati a leggere il libro di Murgia e Lipperini con queste parole: “in esso sono rappresentati i luoghi comuni sul maschile e sul femminile, sulle relazioni tra uomo e donna, in cui sono radicati concetti antichi. Il libro è un invito a sradicare questi concetti. Bisogna avere l’umiltà di iniziare da capo e di resettare questa mentalità, cominciando a fare un lavoro capillare come abbiamo fatto oggi”.
Gli studenti sono stati parte attiva dell’incontro, tra le questioni sollevate ha colpito la domanda dei ragazzi “L’emancipazione delle donne fa paura, come si può cambiare?” a cui uno studente ha risposto “Io sono cambiato con l’aiuto dei professori”.
La giornata è proseguita con la conversazione tra Benedetta Palmieri e Yari Selvetella, sulla parola PERDERE e con la conversazione tra Lisa Ginzburg e Massimiliano Virgilio sulla parola GELOSIA entrambe moderate da Lidia Luberto.
Articolo pubblicato il giorno 18 Dicembre 2023 - 16:35