Erano diventati il terrore di commercianti e imprenditori di Sant’Anastasia e Cercola i camorristi del clan di Roberto D’Ambrosio chiedendo il pizzo perfino agli abitanti delle case popolari e avevano un posto preciso dove convocavano tutte le vittime di estorsione: “Il Lagno” a Sant’Anastasia.
E’ quanto emerge dalle 520 pagine dell’ordinanza cautelare del gip Marco Giordano del Tribunale di napoli che ha portato in carcere l’altro giorno 14 persone tra i clan De Bernardo appunto e i rivali del clan di Roberto De Bernardo costretti a rinchiudersi a Somma Vesuviana per evitare lo scontro.
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“Mi raccomando, dite queste parole all’impresa: che deve venire sopra al Lagno Capovilla e si viene a chiarire con noi. Non vi permettete di scendere a faticare se non viene prima a chiarirsi da noi”. Fu la minaccia fatta al capo cantiere di una ditta che stava effettuando opere di urbanizzazione fognarie ed idriche presso il cantiere sito alla Masseria Cutinelli in Pomigliano D’Arco.
A pronunciarlo lo stesso giovane boss Roberto D’Ambrosio, accompagnato in quella occasione da Antonio Sbrescia e Massimiliano Baldassarre. Ma siccome la prima minaccia non aveva sortito l’effetto sperato qualche giorno dopo si ripresentarono sul cantiere.
“Gliel’avete detto al Mastro vostro che si deve presentare? Già siamo venuti una volta, questa è la seconda volta che veniamo. Che aspettate che vi riempiamo di botte? “; “E’ la seconda volta che vengo qua”; “Che vi credete che siamo scemi? Io vengo qua e vi sparo. Diteglielo all’impresa che si deve presentare sul Lagno”; “Che aspettate che vi spariamo addosso? Dovete dire all’impresa di venire sul Lagno e ora andatevene subito dal cantiere perché altrimenti vi spariamo addosso”; “Guardi pure scemo? Non hai capito che te ne devi andare dal cantiere?”. Fu la seconda minaccia.
In un’altra circostanza un imprenditore a cui avevano chiesto il pizzo di 9mila euro fu picchiato e rapinato dell’auto. Ad entrare in azione questa volta furono Baldassarre Arca, Mammoliti Fiorentino Eduardo e Russo Gerardo. I tre bloccarono l’auto guidata dall’imprenditore e Mammoliti aprì la portiera impugnando una mazza da baseball disse: “Io ti rompo le ginocchia e la testa… Non sei venuto più all’appuntamento sopra al Lagno per i soldi di cui abbiamo parlato, va bene allora adesso ci prendiamo a macchina “.
Un’altra estorsione è quella compiuta ai danni del titolare di un ristorante di Sant’Anastasia al quale fu imposto di acquistare prodotti caseari da un loro affiliato. Estorsione compiuta da D’Ambrosio Roberto quale mandante, Mammoliti Fiorentino Eduardo, Sbrescia Antonio, Sebeto Francesco e Baldassarre Massimiliano quali materiali esecutori.
Ma siccome il fornitore in una occasione aveva comunque fornito i proiprio prodotti al ristorante fu convocato nella zona del Lagno di Sant’Anastasia e picchiato.
Ma ci sono altri due clamorosi episodi estorsivi portati a termine dal clan di Roberto D’Ambrosio che val la pena segnalare. Uno ai danni di una donna che viveva in un appartamento di vico Giffuni a Sant’Anastasia. Alla donna fu chiesto il corrispettivo di ben 500 euro al mese altrimenti avrebbe dovuto abbandonarla e consegnarne loro le chiavi. E la donna così fece. Per questo episodio rispondono D’Ambrosio Roberto quale mandante, Mammoliti Fiorentino Eduardo, Russo Gerardo Ferdinando , Sbrescia Antonio, Tubelli Giovanni Raimondo.
E ancora l’estorsione ai danni di un perito assicurativo costretto a curare alcune pratiche assicurative per loro conto, relative a falsi sinistri stradali, e di versare loro la somma di euro 750, paventandogli che altrimenti sarebbe stato ucciso. Estorsione portata a termine da D’Ambrosio Roberto quale mandante, Russo Gerardo Ferdinando, Sbrescia Antonio, Sebeto Francesco, Baldassarre Massimiliano, quali materiali esecutori.
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(nella foto da sinistra il boss Roberto D’Ambrosio, Fiorentino Eduardo Mammoliti, Francesco Sebeto, Arca Baldassarre , Antonio Sbrescia e Massimiliano Baldassarre)
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