Si è concluso davanti ai giudici del Tribunale di Avellino il processo di primo grado nei confronti di Ubaldo Pelosi e Carmine Bassetti, accusati di aver fatto esplodere una bomba-carta davanti alla sede del Centro per l’Impiego di Avellino il 20 maggio 2020.
Il pm aveva chiesto otto anni di reclusione per Pelosi e sette per Bassetti, ma la sentenza è stata più lieve: Pelosi è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione, con una multa di cinquemila euro, mentre Bassetti è stato assolto per non aver commesso il fatto.
I difensori di Bassetti hanno dimostrato grazie ai dati del Gps e delle celle telefoniche che il loro assistito, nel momento della deflagrazione che danneggiò l’ingresso del Centro in via Pescatori, si trovava altrove.
Per entrambi l’accusa iniziale di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico era stata derubricata in danneggiamento aggravato dal tribunale del Riesame di Napoli. I due non avevano alcun collegamento con i movimenti eversivi che si opponevano alle restrizioni decise dal governo nella fase più drammatica della pandemia.
La sentenza è stata accolta con soddisfazione dai difensori di Bassetti, che hanno sottolineato come la ricostruzione della difesa sia stata confermata dai giudici.
“Siamo soddisfatti della sentenza – ha dichiarato l’avvocato Giovanni Di Lauro – che ha riconosciuto l’innocenza di Carmine Bassetti. I dati raccolti dalla nostra indagine hanno dimostrato che il mio assistito non era presente al momento dell’esplosione”.
Pelosi, invece, ha dichiarato di non essere d’accordo con la sentenza e ha annunciato che presenterà appello.
Articolo pubblicato il giorno 13 Dicembre 2023 - 18:35