Lo scontro tra il gruppo del vecchio boss del rione Salicelle di Afragola, Nicola Luongo, detto ‘o killer storico esponente dei Moccia e gli emergenti del gruppo di Giuseppe sasso detto o’ ninnillo viene raccontato nelle oltre 500 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Carla Sarno che ieri ha portato in carcere 27 persone.
Il boss poteva guidare il clan direttamente dal carcere grazie all’uso di un telefonino illegalmente detenuto. Siamo alla fine di novembre 2020 e Nicola Luongo matura l’idea che sia necessario per il figliastro Vittorio Parziale eliminare Giuseppe Sasso.
Fa un video colloquio con gli affiliati che si trovanìo nell’abitazione di Alfonso Crisci dove c’è anche la sua compagna Annamaria De Luca, madre di Vittorio Parziale che appare nervoso. E allora gli chiede se tale nervosismo fosse dovuto ai problemi con Giuseppe Sasso: “no dico sempre i problemi co o ninnillo…tieni ..o piccirillo”.
E ricevuta dallo stesso Vittorio Parziale una risposta evasiva ma dai contenuti chiari per l’interlocutore (”è solo un suo pensiero”), Lungo gli riferiva che, come già indicato in altre circostanze, lo avrebbe dovuto “mandare a scuola” (toglierlo dalla circolazione, eliminarlo, ndr).
Giuseppe Sasso infatti aveva eseguito delle aggressioni agli affiliati al gruppo Parziale e aveva fatto chiduere le piazze di spaccio gestito dallo stesso nel rione salicelle di Afragola.
Luongo dal carcere ripete al figliastro Vittorio Parziale che “mandare a scuola” Sasso, è l’unico modo per risolvere i vari problemi: “hai capito non ti scordare … hai capito che ti ho detto prima.. omissis …capito ..e risolvi tutte cose.. omissis … mi raccomando .. capito…solo come ti dico io ..devi fare..”.
Qualche settimana dopo viene intercettata un’altra telefonata dal carcere di Saluzzo dove è detenuto il boss Nicola Lungo che si trova insieme con il boss di Ponticelli, Antonio D’Amico del gruppo dei “fraulella”.
D’Amico parla con Christian Lungo , figlio legittimo del boss e cerca di addestralo si come eliminare il rivale: “si a Cristian insegnagli un poco…capito …omissis …fagli mettere i denti in bocca …come dice tuo padre …insegnalo “.
Poi Nicola Luongo dialogando con il figliastro Vittorio Parziale, gli da indicazioni sul tipo di azioni che devono mettere in atto ed a tal proposito fa riferimento al suo modo di operare: “vuoi vi dovete imparare un poco come facevo io ….omissis … si ..però voi vi dovete imparare un poco…come facevo io…capiscimi”, tranquillizzandolo sul fatto che avrà il supporto sul territorio di numerose persone fra cui “Zamberletti”, ovvero Salvatore Montefusco che di lì a breve sarebbe stato scarcerato: “e mò non ti preoccupare …mo vengono tutti quanti …omissis … si …mo che esce “o zamberletti” … si … vengono tutti quanti n (ndr ad Afragola)”.
Nella stessa giornata circa viene registrato un nuovo video colloquio dal carcere ma questa volta autorizzato fra Nicola Luongo ed i suoi familiari. Dopo i primi preamboli, Vittorio Parziale, dopo essersi fatto inquadrare nella camera unitamente al fratello Christian Luongo ed a Alfonso Crisci, spiega che sono soli: “siamo solo noi…e basta”.
Nicola Luongo, lo tranquillizza spiegandogli che a breve avranno il giusto supporto: “a posto … non siete solo voi… mo te ne accorgi.. hai capito…omissis …mo te ne accorgi”.
Per ricordare che sul territorio sarebbero giunti a suo supporto altri soggetti.Concetto che viene ribadito dal boss anche a Antonietta Parziale che aveva commentato come nulla sarebbe potuto cambiare fin quanto sarebbe rimasto detenuto.Ma Luongo la tranquillizza, riferendo che a breve tutto cambierà: “non ti preoccupare un altro poco è cambia tutte cose ..hai capito …un altro poco…”.
E a tale proposito scrive il gip: “Il continuo riferimento a scenari che nel breve tempo cambieranno, grazie anche alla futura scarcerazione di Salvatore Montefusco “Zamberletti”, come lo stesso Luongo preventivava, sono da ricondurre, alla programmazione di un azione omicidiaria nei confronti di Giuseppe Sasso , che lo stesso Montefusco dovrà favorire”.
Poi Nicola Luongo dialoga anche con il figlio Christian a cui da dei specifici consigli su come deve diventare e cosa deve imparare. Ad una prima domanda del ragazzo su cosa il padre voglia che impari, Nicola Luongo indica lo scaldacollo che indossa durante il colloquio. E il gip precisa: “Si rappresenta che lo scaldacollo è uno degli indumenti preferiti da coloro che dovendo commettere un reato hanno la necessità di nascondere il proprio viso”.
Cristian comprende il gesto simbolico e riferisce allo stesso che le sue parole sono per lui ordini da eseguire: “a me quello che tu mi dici ..a me quello è un ordine”.
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(nella foto da sinistra il boss Nicola Luongo, il figlio Christian, l’affiliato Alfonso Crisci e il rivale Giuseppe Sasso)
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