Si chiama Taiwan, l’isola di sua proprietà ma che si trova nell’arcipelago di Dubai, che il potente narcotrafficante Raffaele Imperiale, noto come il boss dei Van Gogh, ha deciso di consegnare al Governo italiano.
Imperiale, dopo l’espulsione dagli Emirati Arabi Uniti, ha avviato il suo percorso di collaborazione con la giustizia il 15 ottobre 2022. In precedenza aveva rilasciato delle dichiarazioni in il 7 ottobre 2022.
L’isola alla quale ha fatto riferimento Imperiale si trova al largo dell’arcipelago artificiale “New world community”, davanti alla costa degli Emirati Arabi ed è stata denominata Taiwan.
È intestata a una società i cui legali hanno inviato una lettera alla Procura napoletana con la quale mettono a disposizione dell’autorità giudiziaria. Imperiale ha detto di averla acquistata sette anni fa pagandola una dozzina di milioni. Oggi il suo valore sarebbe di circa 60-70 milioni.
L’offerta è all’esame della Procura che mantiene cauta perché si tratta di un bene difficilmente acquisibile al patrimonio dello Stato. Nella sua requisitoria, il pm De Marco ha chiesto per Imperiale la condanna a 14 anni e 9 mesi di reclusione con il riconoscimento delle attenuanti previste per i collaboratori di giustizia equivalenti alle aggravanti.
Per il pm antimafia Maurizio De Marco è pacifico che il percorso sia stato avviato “per ottenere i benefici previsti dalla legge”, ha ribadito De Marco anche perché “si trova per la prima volta in carcere”. “La profondità delle sue dichiarazioni – ha detto ancora il pm – è in corso di esplorazione mentre non lo è invece la genuinità delle propalazioni rese, sulle quali non ci sono dubbi alcuni”.
Negli anni scorsi, lo stesso Raffaele Imperiale – all’epoca già latitante a Dubai – fece ritrovare nella sua abitazione di Castellammare di Stabia le due tele di Van Gogh rubate nel museo di Amsterdam e che lui aveva acquistato sul mercato nero delle opere d’arte.
Nel corso dell’udienza di questa mattina, il gup Miranda ha rigettato un’eccezione sollevata dalle difese che chiedevano di attendere il pronunciamento delle Sezioni Unite sull’utilizzabilità delle intercettazioni delle chat decodificate dalle autorità francesi e finite nel fascicolo della Dda di Napoli.
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