Prima di essere ucciso, fu picchiato e, poi, il suo cadavere sventrato e decapitato. Mori’ cosi’ il bracciante agricolo indiano Gurinder Singh, i cui resti furono trovati l’8 febbraio dello scorso anno in un campo incolto non lontano dalla strada provinciale 10/A tra Contursi Terme e Palomonte, in provincia di Salerno.
Per quel delitto, il Riesame di Salerno, dopo l’appello della procura, ribalta la decisione del gip e dispone la misura cautelare della custodia in carcere per S.D., connazionale della vittima con cui condivideva la stessa casa e il lavoro in un’azienda bufalina della zona. La misura cautelare, pero’, non e’ eseguibile perche’ pendono i termini per la sua eventuale impugnazione davanti alla Cassazione.
Dalla ricostruzione degli inquirenti, Gurinder Singh, regolarmente soggiornante in Italia dal 2011 e in Campania dall’agosto del 2021, prima di essere ucciso, era stato brutalmente percosso – infatti numerose erano le fratture riscontrate al setto nasale, alla mandibola e alla tibia destra – poi, sventrato e decapitato. Alla base dell’omicidio, secondo le accuse, vi sarebbero contrasti personali tra la vittima e l’indagato.
Entrambi vivevano in un piccolo prefabbricato di pochi metri quadrati, messo a loro disposizione dalla datrice di lavoro.
Gli investigatori arrivarono a S.D. grazie agli accertamenti della scientifica, dopo il rinvenimento di tracce di sangue, compatibili con il profilo genetico della vittima, all’interno della vettura dell’indagato, su alcuni suoi indumenti e anche all’interno di quel prefabbricato che, dopo la scomparsa della vittima, era stato abitato solo dall’indagato.
Il gip, pero’, evidenziava lacune nelle investigazioni e, in particolare, il mancato utilizzo della tecnica del ‘Bloodstain Pattern Analysis’, cioe’ l’analisi scientifica delle traiettorie degli schizzi di sangue. Percio’, aveva ritenuto non sufficienti quelle tracce ematiche, tenendo in considerazione anche alcune dichiarazioni rese, in fase di indagini difensive, da alcuni testimoni che sostenevano di aver notato in vita la vittima sino alla mattina del 28 dicembre del 2022, quindi in un momento successivo o comunque concomitante alla partenza dell’indagato per il suo Paese di origine.
Il Riesame, invece, ritenendo sospetta proprio la circostanza della partenza dell’indagato, avvenuta all’improvviso, con biglietto aereo per un volo intercontinentale comprato poche ore prima del viaggio, senza alcun preavviso e senza che venisse registrato alcun bagaglio, e’ pervenuto a conclusioni opposte a quelle del gip.
Articolo pubblicato il giorno 3 Novembre 2023 - 10:31