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Riaperto il parco ‘Re Ladislao’ a Napoli dopo anni di incuria e abbandono

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<em>“È stato recuperato uno spazio verde molto importante perché si tratta di un parco storico della città con un valore architettonico di grande rilievo in un luogo molto significativo vicino alla Chiesa di San Giovanni a Carbonara. È solo il primo passo per il pieno recupero di tutta questa insula perché ci sarà anche a brevissimo il recupero del vecchio convento abbandonato da molte decine di anni e che il Demanio, grazie ad una forte sinergia con il Comune ha avviato a recupero e che verrà riaperto con degli usi temporanei a partire dal 2024. Questo consentirà di valorizzare ancora di più questo parco che ha la necessità di essere molto vissuto per evitare i fenomeni di degrado degli anni precedenti. Noi stiamo preparando insieme all’assessore al Verde ed al servizio Parchi e Giardini un piano di manutenzione che ci consentirà la gestione di tutti i parchi che verrà realizzato in parte con personale comunale ed in parte con personale esterno”. Lo ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che, questa mattina, ha partecipato alla riapertura del parco ‘Re Ladislao’ dopo anni di incuria e abbandono.

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L’ampio giardino, che consta di 4.500 metri quadri, è stato inaugurato alla presenza anche dell’assessore alla Salute e al Verde Vincenzo Santagada e della presidente della IV Municipalità Maria Caniglia. Da oggi i due ingressi di via cardinale Seripando e Vicolo Primo Pontenuovo resteranno aperti tutti i giorni dalle 7.00 alle 18.00.

L’intervento ha riguardato il rifacimento della pavimentazione dei vialetti, l’irreggimentazione delle acque meteoriche, il ripristino dei muretti in tufo a vista e dei cordoli in tufo. È stato realizzato un nuovo impianto di adduzione idrica. Nell’area sono state collocate delle panchine allo scopo di favorire la socializzazione e il relax dei fruitori. Per quanto riguarda alberi, piante ed essenze, si è provveduto agli abbattimenti, alle potature e alla rimozione di ceppaie, nonché al reimpianto di alberature e arbusti.

È stata realizzata l’integrazione, in corrispondenza dei vuoti lasciati dagli alberi rimossi, del numero di alberature e di piante arbustive a prevalente fioritura colorata e nuove piantumazioni di essenze odorose e aromatiche tra le più significative della vegetazione mediterranea. È stato, infine, predisposto un impianto di videosorveglianza in corrispondenza dei varchi.

“Per il parco di Re Ladislao abbiamo un piano di manutenzione settimanale che prevede – ha spiegato Santagada – non solo la pulizia del parco ma anche la manutenzione e, laddove necessarie, anche le potature. Per aperture e chiusure abbiamo già un servizio programmato da parte di Napoli Servizi e un custode all’interno del parco che sarà aperto dalle 7 alle 18 ma con un orario flessibile che possiamo anche cambiare a seconda delle esigenze e della stagionalità. Si tratta di un recupero davvero importante che ridona questo parco a un’area importante della città da un punto di vista storico. Lo abbiamo fatto grazie a un finanziamento della Città Metropolitana con dei vincoli importanti da parte della Soprintendenza che abbiamo totalmente rispettato lasciando il battuto di tufo originale e mantenendo e recuperando la struttura che abbiamo trovato nel rispetto anche di quella che è la storia importantissima di questo parco”.

Il giardino è un esempio emblematico di hortus conclusus, giardino medievale recintato, in questo caso da alte mura, tipico dei monasteri e dei conventi. Il giardino, di pianta geometrica, univa finalità estetico-contemplative a esigenze pratiche e produttive: si tratta di un giardino storico creato ad uso e consumo dei frati dell’antico monastero che vi coltivavano essenzialmente piante e alberi per scopi alimentari e medicinali.

La giacitura pianeggiante, la presenza di una abbondante disponibilità di acqua di irrigazione su tutta la superficie e la fertilità del terreno sono ambiente ottimale per questo parco che è uno scrigno di biodiversità mediterranea e conserva ancora tracce della antica funzione di hortus conclusus con il giardino dei semplici, adibito alla coltivazione di erbe officinali ed aromatiche usate dagli speziali del monastero e alberi da frutto principalmente agrumi allo scopo sia alimentare che per creare un ambiente contemplativo.

Tra i numerosi alberi da frutto presenti: aranci, limoni, mandarini, pompelmi, olivi, fichi, peschi, peri, kaki, nespoli. Gli arbusti, le specie erbacee e le piante rampicanti presenti sono: alloro, pittosporo, oleandro, mirto, rosa, yucca, cycas, biancospino, vite americana, glicine, Buganville. Inoltre in questo parco insiste una particolare varietà di specie di palme tra cui Washingtonia, Phenix Canariensis, Trachycarpus e Chamaerops nonché un esemplare di Cedrus libani.

“Il recupero di questo parco ha grande importanza per dimostrare – ha sottolineato Caniglia – quanto la nostra azione politica sia diretta all’ascolto ed ai problemi soprattutto di bambini e famiglie. La riapertura di questo parco si aggiunge a quella del Parco di Santa Maria La Fede meno di un anno fa ed alla creazione di un’area giochi in Piazza Nazionale. Sono tutte azioni concrete che vanno nella direzione di dare risposte ai bisogni dei cittadini che purtroppo da anni non potevano godere degli unici due parchi della Quarta Municipalità. È uno straordinario risultato che siamo riusciti ad ottenere in sinergia con il sindaco Manfredi e l’assessore Santagada”.


Articolo pubblicato il giorno 6 Novembre 2023 - 13:01 / di Cronache della Campania


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