Vasi, anfore, monete, arredi funerari, statuine di culto. Oggetti in gran parte di epoca romana, ma anche provenienti da scavi clandestini in aree di quella che era la Magna Grecia, erano stati sequestrati nel corso di perquisizioni a casa di collezionisti di Napoli e provincia.
Da oggi, quei reperti straordinari – tra cui anche alcuni clamorosi falsi – torneranno a disposizione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli. Durante una conferenza che si è tenuta stamattina a Palazzo Reale, il capitano Massimiliano Croce, Comandante dei Carabinieri del Nucleo TPC di Napoli, ha formalmente restituito al Soprintendente Mariano Nuzzo gli oltre 70 reperti archeologici, che erano stati sequestrati nell’ambito di diversi procedimenti penali delle Procure di Napoli, Torre Annunziata, Salerno e Pordenone.
“Sì tratta di reperti che provengono da collezioni private illegali – spiega il capitano Croce – che adesso saranno resi fruibili alla collettività grazie alla riconsegna alla Soprintendenza. In gran parte provengono dall’area di Pompei, dove erano stati segnalati diversi furti. Dai tombaroli, al mercato nero, finiscono nelle case di molti professionisti che collezionano illegalmente reperti”.
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