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Nando Paone debutta al Teatro Nuovo di Napoli con ‘Sagoma’

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L’autore del testo Fabio Pisano e il regista Davide Iodice tornano a lavorare insieme dopo Hospes-itis, scarnificando qui il meccanismo della messa in scena per una riflessione sul teatro e la sua urgenza, che risuona quanto mai attuale.

Debutterà al Teatro Nuovo di Napoli (Via Montecalvario, 16), sabato 9 (alle ore 19.00) e domenica 10 dicembre (alle ore 18.30), “Sagoma – monologo per luce sola” per e con Nando Paone. Il testo di Fabio Pisano, con la regia di Davide Iodice, è il racconto di un attore intento a trovare il controluce perfetto per il suo spettacolo che è forse più una risposta alla sua vita sovraesposta ai riflettori talvolta accecanti che non gli hanno sempre permesso di mostrarsi per quel che è, ma soltanto per quel che il pubblico vuole che lui sia. Nessuna redenzione dunque, nessun rimorso, soltanto la volontà d’essere contro per una volta, una volta soltanto.

Sagoma, per me, rappresenta quel crinale che vede da un lato l’attore comico e dall’altro l’attore senza aggettivo. L’attore e basta – tiene a sottolineare Nando Paone, in un momento particolarmente ricco di impegni e riconoscimenti -. Ho sempre alternato ruoli comici a ruoli non comici, convinto che un attore debba poter comprenderli tutti. Proprio per essere conosciuto, al di là della riconoscibilità”.

Insieme al protagonista, chiuso in un teatro da un tempo indefinito, c’è anche il tecnico, interpretato da Matteo Biccari, su una scala che sposta i fari per trovare il contro perfetto. I due parlano e interagiscono soltanto mediante la luce, portando la conversazione su un piano quasi monologico. Uno appeso su una scala, l’altro appeso sul palco, condividono la precarietà di un mestiere e di una esistenza dove il baratro è solo un quarto di passo oltre il segno fissato. Lo Zen e il Tiro con L’arco sono la guida, per il protagonista, e rappresentano la chiave di volta del suo essere lì, ora, in contro, per raggiungere il finale, l’epilogo da lui solo sognato o forse sperato.

In scena:
Nando Paone
Matteo Biccari

Testo di: Fabio Pisano
Regia e luci: Davide Iodice

Assistente alla regia: Carlotta Campobasso

Collaborazione: Francesco Guardascione e Francesco Piciocchi

Note di regia

Ho sempre preferito la definizione dramatis persona a quella di personaggio o di ruolo. Troppa psicologia nel personaggio, troppa commedia dell’arte nel ruolo. Nella dramatis persona, convivono l’opera e il vissuto proprio, la maschera e il volto, il dramma e la vita. Il sé facendosi pubblico diventa politico, come si gridava un tempo. Quando Nando Paone mi ha invitato a intrecciare i nostri percorsi e le nostre sensibilità, casualmente Fabio Pisano mi ha parlato di una bozza di testo ispirata, per suggestione istintiva, alla ‘figura’ sottile e poetica proprio di Nando che non teme di andare contro la rassicurante consolazione del già noto, per tentare una emozione autentica. Ho avuto, così, la rara opportunità di costruire uno spettacolo non semplicemente con un attore, ma per un attore: di dedicarglielo. E poiché la bella suggestione di Fabio, di teatro parla e di attori, e di tecnici, e dell’invisibile che permette la visione, e del buio in cui la luce nasce o muore, allora permettetemi di dedicare questo lavoro, innocente e pieno di affetti, al teatro e a chi lo fa. Alle maestranze prodigiose e a volte bizzarre come divinità imperscrutabili, che si muovono tra palco e scale, a Maurizio Viani che mi ha insegnato la differenza tra ‘mettersi in luce’ e ‘venire alla luce’, e ai nostri due giovanissimi compagni di viaggio Carlotta e Matteo, perché loro è quella linea di orizzonte che procede dal fondo buio della scena ben oltre il proscenio.

Davide Iodice


Articolo pubblicato il giorno 30 Novembre 2023 - 16:07



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