Il mandante dell’omicidio di Antonio Natale il giovane pusher ribelle del parco Verde di Caivano è ritenuto Domenico Bervicato arrestato il 13 aprile scorso.
Oggi a sette mesi di distanza sono stati arrestati suoi tre complici o meglio il killer Gennaro Pacilio 56enne di Acerra e il 26enne Antonio D’Agostino che fecero sparire sotterrando il cadavere e poi il ras di Acerra, Bruno Avvenurato di 48anni.
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Ad uccidere materialmente il pusher ribelle- secondo le indagini dei carabinieri -che oggi hanno portato ai tre arresti disposti dalla Dda di Napoli fu appunto Gennaro Pacilio. ritenuto un killer spietato 56 anni, a cui oggi i carabinieri hanno notificato in carcere un arresto per l’omicidio del pusher ribelle Antonio Natale, assassinato il 4 ottobre 2021 su ordine del gruppo malavitoso dei Bervicato del Parco Verde di Caivano.
Pacilio era in carcere dal 3 aprile scorso per l’omicidio del boss di Acerra, Pasquale Tortora ucciso nel maggio del 2020 su mandato dei fratelli Bruno e Giancarlo Avventurato, esponenti di spicco della criminalità organizzata acerrana che per vendicare la morte del fratello Giuseppe (ucciso nel dicembre del 2019)-
Secondo un collaboratore di giustizia, che lo conosce bene, era uno che “per denaro ucciderebbe anche i suoi figli”. Oltre che a Pacilio, le accuse di omicidio e dei connessi reati di detenzione e porto di arma da sparo aggravati dal metodo mafioso sono state notificate dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna anche ad altri due dei quattro componenti il commando: si tratta di Emanuele D’Agostino, 26 anni e Bruno Avventurato, di 48 anni.
A sparare i tre colpi di pistola a Natale (i primi due lo ferirono gravemente e l’ultimo alla testa lo uccise) fu proprio Gennaro Pacilio. Anche D’Agostino cercò di sparare ma la sua arma si inceppò. Domenico Bervicato (ritenuto il mandante) era alla guida dell’auto in cui venne l’omicidio.
Poi ci sono i fratelli Bruno e Giancarlo Avventurato, di 48 e 36 anni. A questo gruppo malavitoso di Acerra, suo amico, si rivolse Bervicato mentre Giancarlo, diventato collaboratore di giustizia, non avrebbe preso parte alla fase esecutiva ma solo fornito un supporto.
Il mandante si disse pronto a pagare fino a 200mila euro per uccidere Natale, che conosceva da una decina di anni, salvo poi pagare circa 10mila euro al sicario, che pretese però un anticipo. Domenico Bervicato, dopo l’omicidio, per costituirsi un alibi, si recò la sera alla festa di Bruno Avventurato, scatenandone l’ira.
La madre della vittima, Anna Alboretti, in più occasioni ha riferito che l’ultimo a vedere il figlio, prima della sua scomparsa, era stato proprio Domenico Bervicato: di Natale si erano perse le tracce il 4 ottobre 2021.
Domenico Bervicato venne anche ascoltato dagli investigatori ai quali disse che con Antonio era andato da Caivano a Napoli e che da quel momento non si erano più visti. Domenico Bervicato venne successivamente arrestato nell’ambito di una indagine antidroga dei carabinieri nelle piazze di spaccio del Parco Verde di Caivano.
I militari notificarono a lui e ad altri tre suoi familiari – Massimo e Giovanni (suoi fratelli) e al loro padre Francesco – un’ordinanza nella quale gli veniva contestato di avere messo in piedi un’associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti.
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