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E’ quanto emerso dall’ispezione cadaverica esterna svolta fino a pochi minuti fa dal medico legale Antonello Cirnelli, alla presenza del sostituito procuratore di Pordenone Andrea Del Missier.
La giovane presentava anche numerose ferite da difesa alle mani e alle braccia. Quindi significa che si è battuta con il suo assassino, l’ex fidanzato Filippo Turretta.
Ha cercato di respingere gli attacchi e la violenza bruta del suo che in pratica l’aveva attirata in una trappola.
E a questo punto è plausibile che fosse già morta quando è stata lasciata rotolare fino al canalone, oppure fosse già morta e quindi il giovane si sia disfatto del cadavere.
La zona dove è stata trovata è particolarmente impervia e si trova sotto il piano stradale, all’altezza di una curva, più vicina a Piancavallo che non a Barcis, a circa mille metri di quota.
Anche se l momento non è stato possibile stabilire se la giovane fosse già morta quando è stata lanciata nel dirupo. Secondo quanto si è appreso, al momento del ritrovamento il capo era coperto di sangue, sicuramente anche a causa della caduta. Il corpo di Giulia non era visibile dalla strada, coperto da un enorme masso.
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