Il Furibondo String Trio porta in scena le Variazioni Goldberg di Bach a Santa Caterina da Siena. Il concerto è realizzato con il patrocinio della Società Bachiana.
Domenica 12 novembre ore 18.00, terzo appuntamento della stagione concertistica della Fondazione Pietà de’ Turchini, che presenta, presso la chiesa di Santa Caterina da Siena, Variazioni Goldberg di J. S. Bach eseguite dal Furibondo String Trio, composto da Liana Mosca (violino), Gianni de Rosa (violino) e Marcello Scandelli (violoncello).
Goldberg, allievo di Bach, fu assunto dall’ambasciatore russo per la Sassonia, il conte Kaiserling, per adempiere a un insolito compito: suonare per conciliargli il sonno. Composte da Bach originariamente per clavicembalo, le Variazioni vengono spesso eseguite anche su pianoforte, in questa occasione le ascolteremo in versione per trio d’archi nella trascrizione di Annette Bartholdy. Il concerto è realizzato con il patrocinio della Società Bachiana Italiana che curerà l’introduzione all’ascolto con il musicologo Pier Francesco Miccichè. Info e prenotazioni al numero 0817611221 o sul sito turchini.it. Costo del biglietto intero 10 euro; ridotto 7 euro (acquistabili al botteghino o sul sito TicketOnLine – Azzurro Service).
Secondo la biografia di Johann Sebastian Bach che Johann Nikolaus Forkel compilò nel 1802, Kaiserling aveva commissionato a Bach di scrivere della musica che Goldberg potesse suonargli: fu così che il compositore tedesco scrisse un’aria con 30 variazioni, al termine delle quali si ripete l’aria iniziale. Le variazioni furono stampate nel 1741, una delle poche composizioni di Bach ad avere questo onore quando ancora il Maestro era in vita, ma il fatto che la pubblicazione non riporti alcuna dedica fa sospettare che la storia di Forkel possa essere romanzata.
Si tratta di una delle composizioni più elaborate di Bach; mentre l’aria di partenza è molto semplice, con una sequenza di accordi su basso discendente affine alla passacaglia, le variazioni esplorano tutte le possibili forme del periodo barocco. Una variazione ogni tre (la terza, sesta, nona, etc.) è in forma di canone, cioè con due parti che si imitano fra di loro ad intervalli progressivamente crescenti. La grande naturalezza della scrittura di Bach rende insensibile all’ascoltatore l’immensa difficoltà di comporre seguendo questo schema. L’irraggiungibile tecnica compositiva, l’abilità di toccare ogni possibilità espressiva del clavicembalo e la tecnica esecutiva richiesta, fanno delle Variazioni Goldberg un vero monumento all’intelligenza del grande compositore tedesco.
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