Filippo Turetta ha trascorso una notte tranquilla nel carcere Montorio di Verona, dove è stato recluso ieri dopo la consegna da parte delle autorità tedesche.
Durante la sua permanenza, ha dormito e ha fatto colazione questa mattina. La sorveglianza è costante, con gli agenti della polizia penitenziaria impegnati giorno e notte per prevenire eventuali atti autolesionistici.
Questa precauzione è motivata da due fattori: la volontà espressa da Turetta di suicidarsi prima della morte di Giulia Cecchettin e la sua confessione alle autorità tedesche riguardo al desiderio di farla finita, pur non avendone avuto il coraggio, unito all’ampio clamore mediatico che circonda il caso.
Nel contesto carcerario, l’allarme è elevato, soprattutto dopo l’aggressione subita nel carcere di Sanremo da parte di Alberto Scagni, condannato per l’omicidio della sorella. Detenuti come Turetta, accusati di reati simili, potrebbero essere esposti al rischio di violenza da parte di altri reclusi.
Oggi, l’avvocato Giovanni Caruso, difensore di Turetta, non lo visiterà. Martedì è previsto l’interrogatorio di garanzia, e il legale, come dichiarato ieri, non ha ancora avuto l’opportunità di esaminare gli atti per valutare la strategia difensiva.
La prima decisione che Turetta dovrà prendere riguarderà l’opzione di avvalersi del diritto di non rispondere o rispondere alle domande della gip, eventualmente anche rendendo dichiarazioni spontanee.
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