Ci sono nuove accuse per Filippo Turetta che domani nell’interrogatorio di garanzia si troverà a difendersi non solo da quelle contenute nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari di Venezia, Benedetta Vitolo, ma anche da nuovi elementi.
Elementi che sono emersi dopo il suo arresto in Germania, conclusosi dopo una fuga di oltre mille chilometri durata una settimana, finalizzata a sfuggire alle accuse di sequestro e omicidio nei confronti dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin.
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Fonti vicine alla procura riferiscono di un’accusa invariata, ma dinamicamente fluida, in quanto la premeditazione non è attualmente contestata. Tuttavia, tale circostanza, potenzialmente passibile di una condanna fino all’ergastolo, potrebbe essere invocata sulla base di nuovi elementi emersi successivamente, come il ritrovamento di un coltello e di un guanto nella Fiat Punto nera, veicolo che deve ancora essere riportato in Italia.
E a proposito dell’auto oggi si è saputo che sarà riportata in Italia nei prossimi giorni, al massimo entro la prossima settimana, e sarà affidata per le analisi ai carabinieri del Ris di Parma.
Nelle indagini della Procura di Venezia, condotte dai carabinieri, si sta attendendo che la magistratura tedesca dia l’ok all’ordine di investigazione europeo sul sequestro di macchina e oggetti e a quel punto gli investigatori italiani andranno a recuperare l’auto e le cose sequestrate.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia previsto per domani nel carcere di Verona, il pm Andrea Petroni avrà l’opportunità di contestare a Turetta questi nuovi elementi, chiedendogli spiegazioni riguardo ai 300 euro in suo possesso, all’acquisto online del nastro adesivo utilizzato per impedire a Giulia di urlare, alla presunta pianificazione di possibili vie di fuga, e al motivo per cui avrebbe procurato dei sacchi neri rinvenuti accanto al corpo abbandonato tra le rocce vicino al lago di Barcis.
Questi nuovi dettagli potrebbero aggravare la posizione di Turetta e portare all’accusa di occultamento di cadavere. Difeso dall’avvocato Giovanni Caruso, Turetta ha diverse opzioni davanti al giudice: può decidere di tacere, rispondere alle domande o rilasciare dichiarazioni spontanee sull’accaduto nella sera dell’11 novembre.
Nel frattempo, è previsto che oggi pomeriggio Filippo Turetta incontri il suo legale Giovanni Caruso nel carcere di Verona per definire la strategia difensiva in vista dell’interrogatorio di garanzia. Caruso ha dichiarato che estrarrà una copia del fascicolo processuale prima di confrontarsi con il cliente per definire le scelte da adottare.
Domani mattina, durante l’interrogatorio davanti al giudice, sarà la prima volta che Turetta potrà vedere chi lo accusa, il pm Andrea Petroni, e confrontarsi con le accuse. La possibile contestazione di aggravanti, come la premeditazione, potrebbe essere rimandata a un secondo momento, quando la Procura avrà a disposizione ulteriori elementi, come gli esiti degli accertamenti sulla Fiat Punto di Turetta e l’autopsia di Giulia Cecchettin.
E domani davanti al gip, dovrebbe essere sentito anche dal pm di Venezia Andrea Petroni, che coordina le indagini dei carabinieri, nei prossimi giorni, probabilmente entro la fine di questa settimana. Settimana in cui si svolgerà, l’1 dicembre, anche l’autopsia sul corpo della 22enne.
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