La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza emessa dal Tribunale di Napoli – Sezione G.I.P. che dispone l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere a carico di Diego Andretta di 49 anni, Pasquale Balascio, 35 anni, Vincenzo Capone di 51 anni e Behr Jani cittadino albanese di 46 anni e degli arresti domiciliari a carico di Carmine Pacilio di 64 anni, il fratello Giordano Salvatore Pacilio di 54 e Antonio Riemma di 76 anni.
Tutti ritenuti a vario titolo gravemente indiziati dei reati di trasferimento fraudolento di valori, usura aggravata dal metodo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione di armi aggravata dal metodo mafioso e detenzione e traffico di sostanze stupefacenti.
L’attività investigativa, effettuata dal febbraio 2022 dalla Squadra Mobile di Napoli e dal Commissariato di Acerra, diretta e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha consentito di raccogliere elementi probatori in ordine all’esistenza di due gruppi camorristici operanti nell’acerrano, uniti da un’alleanza, ma tra loro distinti, tanto da avere ognuna i propri vertici ed affiliati.
Quello facente capo ad Salvatore Andretta e quella facente capo ad Bruno Avventurato. L’indagine ha permesso poi di rilevare un grave quadro indiziario a carico di Diego Andretta e Pasquale Balascio, le cui attività illecite in materia di usura, svolte al fine di agevolare il clan Andretta, ad un certo punto si sono incrociate con quelle del Capone, in quanto relative a soggetti che hanno maturato debiti nei confronti di entrambi.
E’ stata, inoltre, accertata la fittizia titolarità/disponibilità delle ditte operanti nel settore delle onoranze funebri sul territorio di Acerra. In particolare, le attività investigative esperite hanno appurato che da decenni sul territorio in parola, nel settore delle onoranze funebri, si è sempre distinta la famiglia “Pacilio” che gestisce in modo pressoché monopolistico l’attività di trasporti funebri, servizi di tumulazione, inumazioni ed esumazioni, stampa ed affissione di manifesti mortuari sul territorio.
Nel corso delle indagini è emerso che tale titolarità delle ditte funebri nel marzo 2022 era stata fittiziamente attribuita dai fratelli Pacilio a Antonio Riemma, al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione, essendo stata emessa a carico della ditta dei Pacilio un’interdittiva antimafia.
Infine, nel corso dell’attività è emersa la figura di Behar Jani, gravemente indiziato di aver importato ingenti quantitativi dalla Spagna di sostanza stupefacente del tipo amnesia nell’estate del 2022; nonché di aver offerto in vendita ingenti quantitativi di cocaina e amnesia tra l’agosto e il settembre 2022, in concorso con l’indagato Antonio Riemma.
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