Non conta il successo, ma “quello che conta è accendere la fiamma”. Patrizio Oliva, campione olimpico di pugilato a Mosca 1980, campione europeo EBU nei superleggeri e welter e campione mondiale WBA nei superleggeri, ha ricordato la sua vita e i suoi successi al Teatro Sociale di Trento, nello spettacolo “Patrizio VS Oliva” che si è svolto stamattina alla kermesse trentina.
Da Napoli ai grandi eventi sportivi mondiali, lo Sparviero del pugilato italiano, affiancato dall’attrice Rossella Pugliese, ha raccontato sul palco i suoi tormenti, la fatica e la solitudine della palestra: “Titoli e medaglie non dicono cosa vibra dentro di me”, perché “Successo e sconfitta sono i due volti della vita”.
Dalle storie d’infanzia ai sogni dell’adolescenza, passando per il verdetto favorevole nel 1979 a Colonia a Serik Konakbayev, kazako che gareggiava per l’Unione Sovietica, che lo privò del titolo europeo dei superleggeri dilettanti lasciandogli la medaglia d’argento. Un percorso da sempre legato all’amata boxe, il suo “fuoco di Prometeo”, fino alla consacrazione mondiale alle Olimpiadi di Mosca nel 1980. “Questa è una storia educativa per tanti giovani – ha detto salutando il pubblico in sala – spero sia stato uno spunto per riflettere sulla vita”.
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