già rientrato a casa Mario Caruso, figlio di Anna Ottico, che lo scorso 11 settembre i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Torre del Greco avevano portato in carcere a Poggioreale.
Era stato raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare per diversi episodi di usura avvenuti dal 2018 ad oggi, una tentata estorsione, l’esercizio abusivo di intermediazione bancaria con il ruolo di depositario dei risparmi di molte persone di San Giorgio a Cremano, oltre che per autoriciclaggio, per aver cercato anche di nascondere la provenienza illecita del danaro proveniente dall’attività di strozzinaggio.
Il Tribunale della Libertà ha accolto le richieste avanzate dai difensori Giuseppe Milazzo e Immacolata Romano, che con un voluminoso scritto difensivo ed un’articolata discussione hanno rilevato le numerose lacune investigative del caso.
Era stato accusato da un parente della famiglia camorrista dei Troia
A dare la spinta alle indagini fu la denuncia sporta da Troia Vincenzo detto Sardone nel 2020, parente dell’omonimo clan del paese vesuviano, che raccontó ai militari di zona di essere vittima di usura da parte del Caruso a causa del vizio del gioco.
Il Pubblico Ministero credendo al racconto del nipote dei famigerati Troia detti Gelsomino dispose le intercettazioni delle conversazioni telefoniche sul dispositivo cellulare di Caruso, che insieme con la madre subì un sequestro di quasi 30.000 euro in contanti e due quaderni contabili.
Poco dopo furono sentite a sommarie informazioni quasi quaranta persone, alcune delle quali ammisero di aver fatto ricorso a Nanella e al figlio per dei prestiti di danaro con elevato tasso di interesse. Il castello costruito dagli inquirenti però si è rivelato poco solido crollando davanti al collegio difensivo e consentendo a Mario di fare presto ritorno a casa.
Articolo pubblicato il giorno 5 Ottobre 2023 - 08:07