La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha messo sotto inchiesta per concorso esterno in associazione camorristica due imprenditori da sempre attivi nel settore ambientale e della raccolta rifiuti. Si tratta di Nicola Ferraro e del fratello Luigi, già condannati con sentenza definitiva per concorso esterno in camorra in quanto ritenuti collusi con il clan dei Casalesi.
Le indagini dei carabinieri di Caserta, su delega della Dda, hanno portato a diverse perquisizioni in uffici pubblici e abitazioni private di persone che hanno avuto contatti negli ultimi mesi con Nicola Ferraro. Per la Dda l’ex politico Udeur sarebbe al centro “di un gruppo di imprenditori che ha fatto cartello, ossia ha monopolizzato il settore della sanificazione di strutture della sanità pubblica campana”.
Con Ferraro figurano coinvolti nell’indagine anche gli imprenditori Domenico Romano e lo zio Vincenzo Agizza, già emersi in passato come figure imprenditoriali di riferimento del clan Nuvoletta.
Secondo la Dda, Ferraro avrebbe ricevuto somme di denaro da imprenditori con i quali, insieme al fratello Luigi, è in costante contatto e li introduce nel settore dei pubblici appalti. A indicare Ferraro come “figura camorristica centrale e attuale del clan dei Casalesi nel settore dell’imprenditoria” sono anche le dichiarazioni di due recenti collaboratori di giustizia.
La Dda dà conto di diversi incontri avuti da Ferraro, come quello già citato con Giuseppe Guida, sindaco di Arienzo, comune del Casertano in cui peraltro Ferraro risiede. I due si sarebbero incontrati a marzo scorso, anche se l’appalto nel Comune di Arienzo è datato 2021 ed è gestito dall’azienda di un imprenditore, la Czeta spa, che per la Dda sarebbe vicino a Ferraro.
Altro incontro monitorato è quello avvenuto il 13 gennaio scorso presso l’Holiday Inn di Napoli, dove Ferraro ha incontrato l’ex direttore generale dell’Asl Napoli Uno Angelo Montemarano. Viene poi in rilievo la figura del sindaco di San Giorgio del Sannio (Benevento) Angelo Ciampi; nel comune lavora la Czeta spa, e la Dda dà conto di un incontro avuto dal sindaco il 12 novembre 2022 in un bar di Napoli con il titolare dell’azienda dei rifiuti che gli avrebbe passato “un involucro di colore bianco contenente verosimilmente denaro”.
Le indagini sono ancora in corso e gli inquirenti stanno cercando di ricostruire con esattezza i rapporti tra gli indagati e la camorra. L’ipotesi è che Ferraro e gli altri imprenditori coinvolti nell’inchiesta abbiano utilizzato la loro posizione per ottenere appalti pubblici a discapito della concorrenza, condizionando così l’economia e la politica locale.
L’indagine della Dda di Napoli è un altro duro colpo al sistema di infiltrazioni mafiose nel settore ambientale, un settore che è stato spesso al centro di scandali e inchieste per corruzione e collusione con la camorra.
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