Ciro Di Maio, noto conduttore tv e attore italiano, è coinvolto in un nuovo processo riguardante l’importazione in Italia di tre litri di Gbl, una droga utilizzata anche nel cosiddetto “stupro drogato”, proveniente dalla Cina e pagata attraverso Bitcoin.
L’accusa, dopo un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Malpensa, è stata formulata dal sostituto procuratore di Milano, Baj Macario, che ha richiesto il giudizio immediato per l’ex conduttore Rai.
Questo non è il primo caso per Di Maio, che nel 2021 era stato arrestato e poi condannato a un anno e 4 mesi per un analogo reato, riguardante una spedizione di Gbl proveniente dall’Olanda.
L’arresto attuale è scaturito da una spedizione arrivata alla Cargo City dell’aeroporto di Malpensa dalla Cina, intercettata dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Malpensa. Dopo aver individuato la sostanza stupefacente, i finanzieri hanno eseguito una consegna controllata per acquisire ulteriori prove e identificare i responsabili del traffico di droga.
Durante l’intervento in flagranza, sono stati sequestrati circa 3 litri di Gbl e Di Maio è stato arrestato.
Le indagini hanno rivelato che Di Maio acquistava la droga online e pagava tramite moneta virtuale. Nella sua difesa, l’ex conduttore ha sostenuto che la droga era per uso personale e non è mai stata ceduta ad altri, una linea difensiva analoga a quella seguita nel primo processo.
Ora, Di Maio affronta nuove accuse legate all’importazione di droga, con il sostituto procuratore che ha richiesto il giudizio immediato per il suo coinvolgimento nell’importazione di Gbl dalla Cina.
Articolo pubblicato il giorno 16 Ottobre 2023 - 07:56