Piu’ di 24 ore senza scosse e ai Campi Flegrei si tira un sospiro di sollievo anche se l’allerta continua ad essere alta.
Nella notte appena trascorsa non ci sono stati cittadini che hanno dormito in strada ma in stato di “vigile attenzione” nelle proprie abitazioni.
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E mentre la politica e i tecnici discutono e si preparano ad aggiornare il piano di evacuazione i cittadini chiedono risposte piu’ celeri.
“Sulla situazione nell’area dei Campi Flegrei rimane l’allerta gialla”. Ha detto ieri il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, dopo avere “preso atto del verbale conclusivo della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei Grandi Rischi, appositamente convocata dal capo dipartimento Fabrizio Curcio e che è rimasta in seduta per l’intera giornata”.
La commissione, sulla base delle relazioni dei centri di competenza del Dipartimento della Protezione civile (Ingv e Cnr/Irea), che hanno fornito un’ampia rappresentazione dei dati del monitoraggio multiparametrico del sistema vulcanico, ha valutato che allo stato attuale non si ravvisano motivazioni immediate per la modifica del livello di allerta giallo per il rischio vulcanico.
Con riferimento alla sismicità, connessa al bradisismo, la maggiore frequenza degli sciami sismici, l’aumento della loro magnitudo e il perdurare del sollevamento del suolo, suggeriscono che gli stessi eventi sismici possano ripetersi in futuro.
Il provvedimento sulla zona dei Campi Flegrei che è allo studio del governo, in particolare da parte del ministero per la Protezione civile, prevede un piano di esodo in caso di bradisismo grave, con assistenza alla popolazione ed eventuali forme di allontanamento temporaneo in territori particolarmente colpiti dal fenomeno. È quanto si apprende da fonti informate.
Intanto sul sito della protezione civile è possibile consultare la mappa interattiva di zona rossa e zona gialla per il vulcano Campi Flegrei. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
La zona rossa è l’area per cui l’evacuazione preventiva è, in caso di “allarme”, l’unica misura di salvaguardia per la popolazione. È infatti esposta al pericolo di invasione di flussi piroclastici che, per le loro elevate temperature e velocità, rappresentano il fenomeno più pericoloso per le persone. Sono ricompresi in zona rossa i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, per intero; parte dei Comuni di Giugliano in Campania, di Marano di Napoli e alcune municipalità del Comune di Napoli. Nell’area vivono circa 500mila abitanti.
La zona gialla è l’area, esterna alla zona rossa, che in caso di eruzione è esposta alla significativa ricaduta di ceneri vulcaniche. Per quest’area potrebbero essere necessari allontanamenti temporanei della popolazione che risiede in edifici resi vulnerabili o difficilmente accessibili dall’accumulo di ceneri Nella zona gialla ricadono i Comuni di Villaricca, Calvizzano, Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli e Casavatore e 24 quartieri del Comune di Napoli. Nell’area vivono oltre 800mila abitanti.
L’allontanamento della popolazione dalla zona rossa inizia con la dichiarazione della fase di allarme. Nella mappa sono rappresentate in blu le Aree di attesa previste dai piani di protezione civile comunali, ovvero le aree da cui partiranno i cittadini che scelgono di allontanarsi con il trasporto assistito. Dalle Aree di attesa, i cittadini saranno trasferiti nelle Aree di incontro previste dalla pianificazione nazionale di protezione civile che, nella mappa, sono rappresentate in verde. Da qui raggiungeranno, in nave, treno o pullman, le Regioni o Province Autonome gemellate. Già nella fase di “preallarme”, le persone che vogliono allontanarsi possono farlo ma solo autonomamente. Potranno trasferirsi presso una sistemazione alternativa (es. seconda casa, da parenti o amici, casa in affitto) ricevendo un contributo economico da parte dello Stato. Alla dichiarazione di “allarme” invece tutta la popolazione deve abbandonare la zona rossa e può scegliere di farlo in modo autonomo o assistito.
Il tempo complessivo stimato per questa operazione è di 72 ore (3 giorni), così articolato: prime 12 ore per permettere alle persone di prepararsi e per predisporre le necessarie misure di regolazione del traffico; successive 48 ore per la partenza contemporanea ma cadenzata della popolazione da tutti i Comuni della zona rossa, secondo un cronoprogramma definito nei piani comunali; ultime 12 ore, come margine di sicurezza per la gestione di eventuali criticità e per consentire l’allontanamento anche degli operatori del sistema di protezione civile.
Per chi sceglie di essere assistito è stato definito uno schema di gemellaggio che prevede il trasferimento della popolazione dei Comuni in zona rossa nelle Regioni e Province autonome italiane. In questo caso, lo spostamento assistito delle persone dalle “Aree di attesa”, definite nel Piano di protezione civile di ogni Comune, alle “Aree di incontro”, individuate fuori dalla zona rossa, avverrà con pullman messi a disposizione dalla Regione Campania. Il loro successivo trasferimento verso i “Punti di prima accoglienza” nelle Regioni e Province autonome gemellate è previsto con modalità diverse (pullman, treni o navi) a seconda delle destinazioni, per limitare il carico sulle infrastrutture di mobilità e i disagi alla popolazione.
Chi sceglie di spostarsi autonomamente, con il proprio mezzo di trasporto, dovrà seguire solo i percorsi stradali di uscita dalla zona rossa stabiliti nel Piano di allontanamento. Chi sceglie la sistemazione alternativa fornita dallo Stato dovrà proseguire verso i “Punti di prima accoglienza” individuati nelle Regioni e Province autonome gemellate; in alternativa chi sceglie di ricevere il contributo di autonoma sistemazione potrà proseguire verso la sistemazione alternativa individuata autonomamente. La regolazione del traffico in fase di allontanamento autonomo sarà gestita attraverso l’attivazione di cancelli che garantiranno il corretto cadenzamento del flusso veicolare in uscita dalla zona rossa.
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