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Campania, riprende la mobilitazione degli allevatori bufalini

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Il Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino commenta le esternazioni dei dirigenti della Regione Campania all’indomani della diffusione del documento sottoscritto da diversi parlamentari di territorio con cui (sostanzialmente) si chiede al Governo, di dare seguito agli impegni votati all’unanimità dall’aula del Senato e confrontati durante l’incontro del 22 maggio scorso presso il Ministero alla Salute.

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Nel comunicato Stampa, il Coordinamento annuncia importanti iniziative che verranno assunte nei prossimi giorni e, in particolare, l’avvio di una nuova fase di mobilitazione da martedi 17 ottobre.

La strategia della Regione Campania per ostacolare il cambiamento e nascondere la verità è mutata da quando, il 22 maggio scorso, ha dovuto incassare il rospo della democrazia che ha preso la forma indigeribile del tavolo di confronto presso il Ministero della Salute; un tavolo cui (assente la Regione Campania e quanti hanno accolto/subito il suo ricatto e le sue minacce) erano presenti, assieme al Governo stesso, parlamentari di tutto l’arco costituzionale, da FdI, alla Lega, all’Unione di Centro, al PD, a Sinistra Italiana ed al M5S; oltre gli allevatori, ovviamente (sfregio all’arroganza miope).

Fino ad allora la Regione Campania semplicemente ignorava le denunce e le istanze avanzate dagli allevatori fidando, evidentemente, sul principio di impunità garantito dagli equilibri della politica nazionale e pensando (come del resto era accaduto per decenni) che mai avrebbero dovuto rendere conto dei risultati dell’enorme spreco di denaro pubblico elargito per debellare la TBC e la BRC mentre la hanno presa a meno dell’1% nel 2013 e portata in dieci anni ad oltre il 18% facendo pagare, in sovrappiù, il conto alle imprese, al territorio ed agli animali.

Uno scandalo, loro lo sanno bene, che in verità non riguarda solo la Regione Campania ma, praticamente, tutte e 5 le Regioni del Sud Italia che (a decenni di distanza e mentre tutte la altre regioni italiane ed europee risolvevano i problemi) continuano ad essere “non indenni” da BRC e TBC. Una vergogna per l’Italia relegata ad essere fanalino di coda in Europa con i responsabili di questo disastro che ci costa soldi e dignità ad arrampicarsi sugli specchi della “emergenza” e la politica regionale che prova a dare la colpa agli allevatori che fanno le denunce e che sono delinquenti, nel surreale tentativo di continuare a coprire gli interessi di chi ha fallito accumulando soldi, rendite, posizioni e carriere.

Uno scandalo al Sud ma di tutto il Paese per cui, comunque, la Campania gioca un ruolo strategico per una serie di motivi e in particolare per il ruolo ricoperto dall’IZSM di Portici guidato dal Dott. Antonio Limone che, oltre ad aver coordinato la Task Force dei massacratori di bufale su delega del Presidente della Regione Campania, è uno dei principali ispiratori della strategia fallimentare messa in campo in tanta parte del Sud.

Accade così che, nonostante presso la magistratura civile pendano diverse procedure (Corte dei Conti e TAR in particolare presso cui si stanno istruendo tre ricorsi che potrebbero inficiare tutto il Piano), nonostante che il Consiglio di Stato si sta esprimendo in merito a ricorsi di allevatori che dimostreranno al di là di molte chiacchiere come i metodi usati dalla Regione Campania per individuare gli animali malati sono scientificamente sbagliati, nonostante siano in corso indagini a seguito di denunce penali per “procurata epidemia” e altri reati, nonostante presso il Senato sia aperta una Commissione di indagine che ha già messo in evidenza le gravi responsabilità della Regione e il fallimento dei numeri del Piano, nonostante i richiami della Commissione Europea di questi ultimi mesi, l’ordine di servizio per la Regione Campania è continuare “dichiarare vittoria” in un solo apparente delirio da sindrome autistica.

Consultando le pagine sul web fra i sintomi che descrivono l’autismo (malattia complessa e disturbo del comportamento che porta molte sofferenze e che ci spinge alla solidarietà ed al rispetto con e per quanti ne sono coinvolti come del resto accade per molti di noi impegnati nell’area del disagio sociale) ve ne sono alcuni che richiamano in materia inquietante il comportamento dei responsabili del Governo Campano: “… ripetizione frequente di parole o frasi; disinteresse verso qualsiasi forma di interazione sociale; mancanza di emotività; tendenza a isolarsi; scatti di aggressività improvvisi e senza motivo e tendenza all’invadenza;….” Tutti comportamenti riscontrabili nelle dichiarazioni rese in questi giorni dai responsabili regionali (in particolare nella reazione alla diffusione del documento sottoscritto da 11 parlamentari in cui si chiede, in buona sostanza, il commissariamento nazionale).

Comportamenti che, ne siamo convinti, non hanno alcun fondamento nell’autismo ma che al contrario, sono usati per l’ennesima messa in scena del teatrino utile a fare ammuina

Se, gli scatti di aggressività improvvisi e senza motivo sono ben documentati, per esempio, dalle esternazioni furibonde del Presidente De Luca contro gli allevatori, il coordinamento, il sindaco di Casal di Principe e i militanti impegnati nella lotta contro la camorra, la tendenza ad isolarsi dalla realtà è facilmente riscontrabile nel monotono ricorso alla frase “va tutto bene, finalmente ci sono risultati”.

E quali sarebbero i risultati positivi? La prevalenza della BRC in provincia di Caserta si starebbe abbassando. Falso e strumentale. Abbiamo più volte posto, fra le altre, una questione che qui ripetiamo e su cui i “tecnici della Regione Campania” continuano a glissare: “Il Piano della Regione prevede di portare ogni anno la BRC al 50% di quello precedente. Questo è un obiettivo corretto dal punto di vista tecnico e che, se riscontrato, indicherebbe che entro 4 anni (ovvero nel periodo di tempo in cui i piani di successo si prevede debbano essere realizzati) la prevalenza della BRC in provincia di Caserta passerebbe dal 18,73% del cicembre 2021 (valore cui la Regione la ha portata per il fallimento di 8 anni di attività) entro il 2%.

Questo obiettivo è scritto nel Piano voluto dalla delibera 104/22 e allora come spiega la Regione che al primo anno la prevalenza è al 13% (ovvero al 75% dell’obiettivo e non al 50% la cui proiezione matematica ci consegnerebbe il risultato entro 15 anni) e come spiega che al secondo anno avrebbero dovuto essere a circa il 4,5% mentre a fine agosto erano al 12% ed a fine anno probabilmente saranno ancora al 13%?

A guardare i dati piuttosto, si legge chiaramente che il Piano sta fallendo e che i numeri “positivi” sono solo l’indice che stanno chiudendo le stalle non che si sta eradicando la malattia che, rimanendo nel territorio perché la strategia messa in atto non la risolve, continuerà a colpire e ad estendersi.

I numeri completi del loro fallimento sono ampi e vanno letti correttamente così come abbiamo fatto nel documento che avremmo voluto consegnare al Governo la scorsa settimana ma che porteremo a Roma martedi prossimo (con una conferenza stampa convocata alle ore 13 di martedi presso la Camera dei Deputati a Roma). Documento che sarà corredato da cinque domande alla Regione Campania su cui, finora non ci sono state risposte ma per cui, visto i mirabolanti dati positivi di cui parlano in continuazione, questa volta non avranno difficoltà a rispondere pubblicamente.

Sempre martedi 17 ottobre si avvierà una nuova fase della mobilitazione, questa volta interregionale e finalizzata ad un obiettivo preciso: “il governo dia corso agli impegni della politica: nomini il Commissario Nazionale con il compito di risolvere i problemi in tutte le Regioni in cui non sono ancora state risolte la BRC e la TBC”. (venerdi 13 ottobre terremo una conferenza stampa di lancio in Sicilia).

La Regione Campania, come speriamo faranno le altre regioni, risponda nel merito invece di buttarla in caciara gettando la palla in tribuna come ha maldestramente cercato di fare il Vicepresidente della Giunta, Fulvio Bonavitacola facendo finta di non vedere il merito delle questioni e svilendo un problema che riguarda il destino di tutta Terra di Lavoro alla polemicuccia interna al suo partito.

Al di là del tono dozzinale, che in politica è sempre sostanza, con cui il Vicepresidente Bonavitacola attacca la Senatrice Camusso e per cui le esprimiamo la totale solidarietà, nelle sue dichiarazioni “dimentica” che il documento sottoscritto dai parlamentari non è il documento del “centrodestra” cui si aggiunge la Commissaria del PD ma un documento della maggior parte dei parlamentari di territorio sottoscritto, oltre che dagli eletti del Centro Destra, anche da Luigi Nave e Alessandro Caramiello (M5S), da Franco Mari (Verdi Sinistra Italiana) e da Susanna Camusso (PD).

Il tentativo di ridurre il gesto dei parlamentari di territorio alla polemica con la Senatrice Camusso è tanto smaccato per il fatto che il documento fa riferimento ad una presa di posizione di tutto il Senato della Repubblica che a febbraio in sede di conversione della Legge Mille Proroghe, su proposta del Presidente della Commisione competente Sen. Luca De Carlo, ha votato all’unanimità la richiesta che impegna il Governo a fare quanto chiedono i parlamentari. Una risoluzione votata, dunque, non solo dalla Commissaria del PD di Caserta ma da tutto il PD e da tutto il Parlamento.

Piuttosto il Vicepresidente Bonavitacola ha memoria corta e deve essere smemorato. forse non ricorda che ha avuto l’occasione di avere un ruolo positivo in questa vicenda e (pur non capendo nulla di Bufale, certamente) aveva compreso che era necessaria una soluzione e che occorrevano dialogo e mediazione. Ci ha fatto attendere due mesi prima di ritrarsi dagli impegni pubblici assunti in consiglio regionale.

Fu un’occasione sprecata e oggi lo ritroviamo con l’elmetto nel tentativo di ridurre una vicenda cosi delicata per le sorti non solo della Campania ma di tutto il Sud alla polemica corta nel suo partito. Ne prendiamo atto e ci prepariamo alla nuova fase della mobilitazione per ricordare a lui ed ai cittadini tutti che questa è una vertenza condotta con sacrificio dagli allevatori per difendere gli interessi collettivi dalla speculazione e dal malgoverno. Il loro.


Articolo pubblicato il giorno 12 Ottobre 2023 - 12:11


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