Conti correnti a Sharm El Sheik, affari in Cina, soci nella fabbrica di sigarette di Acerra di Vincenzo Di Lauro e della mafia Bulgara, soci nel marchio di abbigliamento Corleone e nella bevanda energetica 9mm sempre con i i Di Lauro.
Il coinvolgimento del neomelodico Tony Colombo e della moglie Tina Rispoli nel clan Di Lauro viene descritto in centinaia delle oltre 1800 pagine dell’ordinanza cautelare del gip Luca Della Ragione che tre giorni fa li ha portati in carcere insieme al boss Enzo Di Lauro e ad altre 28 persone tra camorristi e colletti bianchi.
Dei business del duo Colombo-Rispoli ne ha parlato, tra gli altri, anche il pentito Giovanni Piana. C’è una vicenda che viene raccontato nell’ordinanza e che è la testimonianza ulteriore del loro legame con il clan e che riguarda la ditta individuale “FRANCIER DI FRANCIER GEMMA” (una delle 11 società sequestrate su disposizione della Dda di Napoli) in relazione all’esigenza da partedi Tony Colombo di far rientrare del denaro dal suo conto corrente egiziano in Italia.
Per effettuare l’operazione si rendeva necessaria l’emissione di una “fattura” dall’Italia per la quale si mobilita Cosimo Tranchino.
T. COLOMBO: “Mi stanno chiedendo la copia di un…di una fattura…cosa gli diamo? Hai qualche copia di fattura? Me la vuoi mandare?”.
C. TRANCHINO: “Ok…mandami tutti i dati tuoi…io ti faccio una pro-forma a nome tuo, te la mando e gli.. . tu gliela…gliela giri…per far partire”.
Gli investigatori infatti hanno ricavato Chat Whatsapp intercorse tra Tony Colombo, Cosimo Tranchino e tal Mamood, presunto direttore della National Bank of Kuwait di Sharm El Sheikh dove la coppia Colmbo e Rispoli aveva un conto corrente.
Si tratta di un servizio offerto a Tony Colombo la propria esperienza nel settore in ragione delle difficoltà economiche in cui verteva e già palesate dallo stesso un anno prima.
Questa la conversazione con la quale si sancì l’accordo tra Tranchino e il duo Colombo -Rispoli.
“Allora ragazzi…io soldi non ne ho…nel senso che ho soli i soldi diciamo così…del mio commercio…che togli…prendi…(incomprensibile)…e gira e voglio dire pe…pe…per il mio business…però…posso mettere a disposizione tutta la mia esperienza che ho acquisito fino a..,trent’anni che io…Tina lo sa…che da quando sono nato eh~ sto in…nell’ambito commerciale…ok? Quindi tutta la mia esperienza…i miei contatti…tutto quello che…voglio dire…in mio possesso … che … eh … non è poco … nel senso che non vale poco … sta a vostra disposizione…perché io tutte quelle conoscenze…tutte le cose…le ho acquisite negli anni…anche scottandomi…ok? E non ci stanno problemi…non lo so quello che…che avete in mente di fare…se avete qualco…qualche business…qualcosa a me fa solo piacere”.
Nello specifico, il 25.03.2019 il presunto direttore Mamood, verosimilmente a seguito di una precedente richiesta avanzata attraverso altri canali di comunicazione, chiede ad Antonino Colombo di specificare la causale del bonifico e fornire copia della fattura inerenti un trasferimento di 20.000 euro in Cina.
Nella circostanza, Antonino Colombo, pur ottenere indicazioni in relazione a quanto richiestogli dal direttore della banca, si rivolge a Cosimo Tranchino. Quest’ultimo dice a Tony Colombo di indicare quale causale del bonifico “tessuti”, approntando una fattura pro-forma con intestazione “Vantai Seven Continents Artex and Textiles co.Ltd”1377 dell’importo di 48.540 euro, che Antonino Colombo inoltrava a sua volta al direttore Mamood.
Preliminarmente, si precisa che il 14.02.2019, per una non meglio specificata ragione, il direttore Mamood inviava al Coilombo un’immagine raffigurante i dati relativi ai conti correnti, accessi presso la National Bank of Kuwait di Sharm El Sheikh, intestati ad Antonino Colombo e a Immacolata Rispoli.
Il 27.03.2019, Cosimo Tranchino contatta Antonino Colombo chiedendogli di comunicargli i dati relativi al suo conto corrente egiziano e le generalità del direttore Mamood, in quanto avrebbe preparato una lettera necessaria a sbloccare la transazione.
La predetta lettera, una disposizione di pagamento di 20.000 euro da parte di Antonino Colombo a favore della ditta individuale “FRANCIER DI FRANCIER GEMMA”, (gestita in modo occulto da Gennaro Nocera come in precedenza dimostrato e riconducibile al clan “Vinella Grassi”), viene inviata dal Tranchino all’indirizzo e-mail di Colombo, il quale, apposta la propria firma, la inoltra tramite chat “whatsapp” al direttore Mamood.
Contestualmente, il predetto direttore della banca comunica ad Antonino Colombo che il suo assistente, verosimilmente riferendosi a Cosimo Tranchino, gli ha richiesto di eseguire un nuovo bonifico di 20.000 euro. Antonino Colombo, attraverso due messaggi vocali registrati in lingua inglese da una terza persona non meglio identificata, spiega al direttore della banca che il nuovo bonifico altro non è che il medesimo già richiesto per l’azienda cinese, il cui nuovo beneficiario si identifica nella società “FRANCIER DI FRANCIER GEMMA”. Mamood conferma infine l’esecuzione della transazione.
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