E’ attesa per l’inizio della settimana l’accettazione del testamento di Silvio Berlusconi, le ultime volontà con le quali il fondatore del Biscione ha assegnato ai figli Marina e Pier Silvio la maggioranza di un impero dal valore minimo di cinque miliardi. Oltre alla gestione delle società strategiche.
Dalla morte di Berlusconi del 12 giugno scorso legali e consulenti hanno infatti lavorato per chiarire molti aspetti e valori del grande patrimonio: ora il punto è giungere a un’accettazione completa, cioè senza il cosiddetto ‘beneficio di inventario’. Sulla questione c’è ottimismo nella famiglia, anche perché diversamente i tempi dell’esecutività delle ultime volontà sarebbero molto dilatati.
Oltre che essere dettati dalle scadenze del Tribunale, come successo con il testamento di Leonardo Del Vecchio per il quale alcuni figli hanno appunto scelto la via del beneficio di inventario. Ad Arcore e dintorni non si vuole che accada, con stime e trattative che sono gestite dagli stessi legali che il 5 luglio scorso hanno svolto il ruolo di testimoni per l’apertura delle ultime volontà di Berlusconi nello studio del notaio Roveda. Sono Luca Fossati per Fininvest e i due figli Marina e Pier Silvio, Carlo Rimini per Barbara, Eleonora e Luigi.
Non sono i 230 milioni complessivi che il padre ha chiesto di donare al fratello Paolo, all’amico Marcello Dell’Utri e alla compagna Marta Fascina il fulcro delle trattative, ma piuttosto beni e liquidità da assegnare ai tre figli minori per ‘compensarli’ della quota meno ingente sul patrimonio complessivo. E soprattutto sulla gestione delle società. Fininvest detiene infatti il 48,6% di Mfe-Mediaset (blindata con circa il 50% dei diritti di voto), il 53,3% di Mondadori e il 30% di Banca Mediolanum.
Un tesoro da quasi tre miliardi solo di capitalizzazione di Borsa, con il gruppo televisivo che conserva tra le partecipate anche il 40% di Ei Towers e quasi il 30% della tedesca Prosieben. Per approfondire la situazione reale su beni mobili e immobili che facevano capo a Silvio Berlusconi i lavori sono stati lunghi e complessi, ma in Fininvest non cambia nulla. Con l’amministratore delegato Danilo Pellegrino che è diventato anche direttore generale, mantenendo tutte le deleghe.
Così come immutate sono quelle che fanno riferimento alla presidente Marina Berlusconi. Poi si dovrà lavorare sui dossier aperti o da aprire a breve. Primo quello della squadra di calcio del Monza sulla quale le trattative per la cessione proseguono. Successivamente sulla partecipazione in Ei Tower per arrivare a una spesso annunciata e mai realizzata fusione con Rai Way. Ma, prima di tutto, serve la firma dei cinque fratelli agli accordi sul testamento.
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