Decine di migliaia di persone hanno trascorso in Marocco la terza notte all’aperto, mentre sui monti dell’Atlas continua la disperata corsa contro il tempo per salvare i sopravvissuti dalle macerie.
Dopo il terremoto di magnitudo 6,8 che venerdì ha ferito il paese, provocando crolli, strade interrotte, la distruzione di interi villaggi con oltre 2.122 morti e 2.400 feriti gravi, secondo l’ultimo bilancio diffuso dalle autorità marocchine.
Alcune città e villaggi nelle zone montagnose più colpite fuori da Marrakesh sono stati completamente rasi al suolo, mentre cresce la frustrazione della popolazione locale per gli scarsi aiuti giunti per l’estrazione degli eventuali sopravvissuti dalle macerie, poiché le squadre di intervento faticano a portare i macchinari nelle aree remote, riferisce la Bbc.
A Marrakech, l’operatrice ospedaliera Manel, ripresa dall’emittente britannica, ha spiegato di aver perso 10 parenti nel terremoto, nei villaggi fuori città dove l’accesso è difficile. “Non possiamo fare nulla da ora perché volevamo andare ad aiutare ma non possiamo perché la strada è interrotta. Dovrebbero aprire le strade. Per ora non abbiamo altre informazioni perché Internet e tutto il resto là non funziona”
, ha aggiunto.E mentre negli ospedali si accalcano le file per donare il sangue, il governo marocchino ha confermato di aver accettato aiuti di emergenza solo da Regno Unito, Spagna, Qatar ed Emirati Arabi Uniti e che le squadre di soccorso di questi Paesi sono in viaggio verso il Marocco.
La risposta all’emergenza dopo il terremoto è ora in una fase in cui l’aiuto internazionale è davvero necessario, ha detto alla Bbc il direttore regionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, Hossam El Sharkawi: “I sopravvissuti, come mostrano molti report, hanno bisogno di cibo e acqua, coperte, riparo e alcune medicine”,
ha affermato.“I soccorritori locali hanno svolto un lavoro fantastico fino ad oggi, ma il terzo giorno sono esausti. E avranno bisogno di ulteriore aiuto”, ha aggiunto.
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