“Venite a studiare qui, non andate all’estero, riprendiamoci ciò che è nostro”, perché “si può cambiare”.
Lo ha affermato Eugenia Carfora, preside dell’Iti e Alberghiero ‘Francesco Morano’ di Caivano, intervenendo al Festival nazionale dell’Economia civile oggi a Firenze.
“Mi hanno dato un fazzoletto di terra deserto nel 2007 – ha ricordato -, dove la scuola, che è la casa dello Stato, era abbandonata, degradata e sporca. Per prima cosa mi sono messa a pulire: alcuni hanno pulito con me, altri se ne sono andati.
Oggi la mia scuola è bellissima. Poi denunciavo troppo, parlavo troppo, perché tutti sanno ma fanno finta di niente, e mi hanno trasferita: una nuova scuola, con 14 pitbull che controllavano gli ingressi, i materassi e le siringhe in terra. Oggi c’è una scuola che funziona, i ragazzi sono bravissimi e li vogliono ovunque per gli stage, c’è un albergo a 4 stelle.
Adesso vogliamo l’università di agraria, vogliamo fare la serra idroponica dove c’erano le pistole nascoste sottoterra, vogliamo rimettere a posto le case vuote per gli studenti”. Sempre da Napoli è arrivata la testimonianza di Cesare Moreno, presidente di Maestri di Strada Onlus.
“La scuola deve coltivare la pluralità dei legami dell’individuo – ha affermato – mentre, purtroppo, fa il contrario coltivando l’individualismo e la competitività: questo è devastante. Lo abbiamo visto bene durante la pandemia quando le scuole sono state chiuse: il disastro non è stato perdere i capitoli di storia e di geografia, ma il sistema di relazioni nel q
Articolo pubblicato il giorno 28 Settembre 2023 - 19:27