A poco più di un mese dalla scomparsa del giovane musicista Giovanbattista Cutolo, il Comune di Napoli – Napoli città della musica e Campania legge – Fondazione Premio Napoli in collaborazione con Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e Nuova Orchestra Scarlatti hanno ideato al Teatro Mercadante, lunedì 2 ottobre alle 20.30, la manifestazione “Di sera, Giò Giò. La musica che resta”, un momento di ricordo e insieme l’occasione per lanciare un segnale verso il futuro: la cultura è l’unica arma per affrontare la violenza giovanile.Formula sobria, un tavolo di dibattito e un concerto.
Però entrambi molto significativi delle ragioni della serata e dell’impegno delle istituzioni per la promozione sociale, contro la violenza. La cultura è l’unica arma contro l’emergenza giovanile di Napoli e di altri contesti, la musica, e l’arte in generale, una possibile strada per il riscatto dal degrado.All’incontro prendono parte Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, con Maurizio De Giovanni, presidente di Campania legge – Fondazione Premio Napoli, Roberto Andò, direttore artistico del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Gaetano Panariello, prossimo direttore del conservatorio San Pietro a Majella, la cantautrice Flo e Gaetano Russo, direttore della Nuova Orchestra Scarlatti; modera la scrittrice e giornalista Titti Marrone, vincitrice del Premio Napoli 2022.
Il concerto è a cura della Nuova Orchestra Scarlatti, la formazione in cui Giovanbattista era cresciuto e per cui suonava da quando aveva 14 anni. Partecipano gli allievi del conservatorio San Pietro a Majella e quelli del liceo musicale Margherita di Savoia, con la partecipazione straordinaria del musicista Marco Zurzolo.L’inizio della serata è alle ore 20.30. Dopo il dibattito e il concerto in sala, all’esterno del teatro si esibirà un quartetto di fiati, tra cui un cornista, come era Giovanbattista, nel luogo in cui è avvenuto il delitto, a pochi metri dall’ingresso del Mercadante.Per venire incontro alle tante richieste di partecipazione si è deciso l’ingresso libero fino a esaurimento posti.
Il sindaco Gaetano Manfredi commenta: “Nell’immediatezza della tragica morte di Giovanbattista, volli incontrare i genitori per esprimere la vicinanza mia e di tutta la città. Poi parlai lungamente col maestro Gaetano Russo – la cui Orchestra Scarlatti jr ho sempre sostenuto sia da rettore che da sindaco – per confrontarmi con lui su cosa avremmo potuto fare per onorare la memoria di Gio Giò. Con Maurizio de Giovanni e la Fondazione Premio Napoli-Campania legge abbiamo deciso di creare un momento di riflessione pubblica ed un evento artistico, che possano servire come appello alla coscienza civica di una città che si ribella alla violenza della criminalità e vuole valorizzare i suoi giovani di talento.
Lo sconforto, seppur comprensibile, non deve prendere il sopravvento. Dobbiamo lottare uniti, oggi più che mai. A noi come amministrazione il compito di creare le condizioni di un terreno sociale, economico e culturale fertile per le nuove generazioni”.Anche Maurizio De Giovanni fa una considerazione sull’iniziativa: “Se la cultura è un’arma buona per quella che è una guerra contro l’ignoranza, contro l’inciviltà, contro il dolore, contro le armi da fuoco, contro le armi da taglio, contro la situazione in cui si trova parte dell’adolescenza della nostra città, allora questa serata in ricordo e a sostegno di Giò Giò e della sua terribile, assurda e incomprensibile fine, diventa un atto di guerra.
Ed è quello che noi dobbiamo fare oggi”.Il direttore Roberto Andò dichiara: “Perché ci ha colpito tanto l’omicidio di Giovanbattista Cutolo, perché Napoli è ancora ferita e non riesce a trovare un senso alla morte di un giovane musicista che ha sempre cercato di mantenere alto il profilo dei suoi sogni? La serata ricordo al Teatro Mercadante cercherà di dare risposte a queste domande, e chi vi parteciperà proverà a riaccendere nel lutto il filo della speranza e il senso di una comunità smarrita. E ci sarà ovviamente la musica, l’arte a cui Giovanbattista aveva legato il suo destino, l’unica forma d’espressione che ci consente di fare a meno delle parole, quelle parole che in momenti come questo si fa fatica a trovare, o si ha il pudore di usare”.
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