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Il mondo della cultura piange la morte del sociologo Domenico De Masi

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E’ morto a Roma il sociologo Domenico De Masi. Aveva 85 anni. Lo scorso 15 agosto, casualmente, aveva scoperto di avere una malattia invasiva, mentre era in vacanza a Ravello.

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I medici del policlinico Gemelli di Roma gli avevano comunicato che gli sarebbe restato poco da vivere. La notizia della sua morte sconvolge il mondo della cultura.

Nato a Rotello, in provincia di Campobasso, era professore emerito di Sociologia del lavoro all’Università “La Sapienza” di Roma, dove, tra l’altro, è stato preside della facoltà di Scienze della comunicazione.

Insieme a Ermete Realacci e Alessandro Profumo, è statpo fondatore di “Symbola”, associazione delle imprese eccellenti. Si è spento a 85 anni dopo un’imporivvisa malattia.
E’ stato anche direttore della “Scuola di cittadinanza” del giornale “Il Fatto Quotidiano”.

“Dall’ozio creativo al lavoro agile. Con Domenico De Masi ci lascia un fine intellettuale, precursore dei tempi con le sue teorie innovative e difensore dei diritti sociali e civili. Da Preside della Facolta’ di Sociologia e Scienze della Comunicazione De “La Sapienza” aveva dimostrato di essere sempre dalla parte dei piu’ deboli e dei giovani, il suo chiodo fisso.

Le nostre condoglianze vanno alla sua famiglia e alla comunita’ di Ravello, comune della costiera amalfitana, che aveva apprezzato negli anni il suo attivismo culturale e il suo impegno sociale”. Lo scrive in una nota la delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo.

Domenico De Masi, professore emerito di sociologia del lavoro all’Università “La Sapienza” di Roma dove è stato preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione, è autore di oltre trenta libri, riguardanti soprattutto la società postindustriale, la sociologia del lavoro, la creatività, la sociologia urbana e dello sviluppo.

Particolarmente intensa la sua opera pubblicistica nell’ultimo decennio con titoli come: “Una semplice rivoluzione. Lavoro, ozio, creatività: nuove rotte per una società smarrita” (Rizzoli, 2016); “Lavorare gratis, lavorare tutti. Perché il futuro è dei disoccupati” (Rizzoli, 2017); “Lavoro 2025, il futuro dell’occupazione (e della disoccupazione)” (Marsilio Editori, 2017); “Il lavoro nel XXI secolo” (Einaudi, 2018); “L’età dell’erranza.

Il turismo nel prossimo decennio” (Marsilio, 2018); “Il mondo è giovane ancora” (Rizzoli, 2018); “Roma 2030” (Einaudi, 2019), “Lo Stato necessario” (Rizzoli, 2020); “Smart working: La rivoluzione del lavoro intelligente” (Marsilio, 2020): “La felicità negata” (Einaudi, 2022). Fin dagli inizi della carriera, DE MASI si è dedicato alla scrittura saggistica, intensificatasi via via: “La negazione urbana.

Trasformazioni sociali e comportamento deviato a Napoli” (Il Mulino, 1971); “Sociologia dell’azienda” (Il Mulino, 1973); “I lavoratori nell’industria italiana” (Franco Angeli Editore, 1974); “Trattato di sociologia del lavoro e dell’organizzazione” (Franco Angeli Editore, 1985-87); “Il lavoratore post-industriale” (Franco Angeli Editore, 1985); “L’emozione e la regola.

I gruppi creativi in Europa dal 1850 al 1950” (Laterza, 1990); “Sviluppo senza lavoro” (Edizioni del Lavoro, 1994); “L’ozio creativo” (Ediesse, 1995); “Il futuro del lavoro. Fatica e ozio nella società postindustriale” (Rizzoli, 1999); “La fantasia e la concretezza. Creatività individuale e di gruppo” (Rizzoli, 2003); “Non c’è progresso senza felicità” (Rizzoli, 2004); “Mappa Mundi. Modelli di vita per una società senza orientamento” (2013); “Tag. Le parole del tempo” (Rizzoli, 2015).


Articolo pubblicato il giorno 9 Settembre 2023 - 17:15



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